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sabato 16 agosto 2014

BLA BLA BLU


Sarò sintetica. Nel limite del possibile e in tutti i sensi possibili. E scriverò 23 volte la parola blu.


Il bla bla blu è il tipo di comunicazione ospitata dai social network.
Le tonalità del blu circondano infatti come un mare rassicurante la moltiplicazione elettronica di parole insignificanti. Mc Luhan ha scritto che il medium è il messaggio, io sono qui a scrivere che il medium è blu.
Per non addentrarmi nellanalisi di un fenomeno come la non-comunicazione di massa  che oggi non mi interessa e che, per ora, mi porterebbe solo a concludere con compiaciuta semplicità che i social network non sono nientaltro che reti sociali composte da persone asociali che interagendo disegnano identità perlopiù anonime, mi limito ad asserire che Jean Baudrillard e Roland Barthes, da me ispirati, avrebbero di certo sostenuto che il bla bla blu è il grado zero della comunicazione.
Sistemato il bla bla, rimane il blu.


Michel Pastoureau nel suo Bleu. Histoire d'une couleur (2002), lavoro super affascinante, scrive che il bleu (blu) è diventato lemblema della nostra società: asettica, fredda, qualunquista. Il blu è in effetti meno connotato simbolicamente rispetto a colori come il rosso o il nero; essere blu significa quasi non schierarsi, starsene pacifici e neutri sopra le cose, a mo di cielo.  Ed è interessante notare come la sua emancipazione, in Occidente, sia avvenuta - dice Michel - in seguito allazzurramento del manto della Madonna (la vergine madre di dio). Fino allanno Mille il blu veniva infatti snobbato a favore del trio bianco/rosso/nero ed associato dai romani ai barbari, i quali invece coloravano abbondantemente con tinte bluastre la loro barbarica vita. Pastoureau sottolinea così il peso della cultura nella percezione e diffusione del colore. Ok, laveva già fatto Goethe, ma ciò non toglie appeal allopera dello storico francese. 

Anche uno degli indumenti più apolitici e usati è blu: il blu jeans può essere indossato con disinvoltura dai finti rossi e dai finti neri di oggigiorno senza che nessuno si scandalizzi. Il blue jeans non marca nemmeno differenze sociali o di genere o di provenienza geografica o di orientamento sessuale: è trasversale per davvero! Più della musica che si sente in giro ultimamente, piena di bandiere e di sciocche melodie. 
Nella musica, a proposito, sono cromofila. E mi piacciono i sottofondi blu. E se in una mattina di sole giallo farai colazione in una veranda bianca dell’Isola Rossa con le note di Blue Moon suonate da Clifford Brown, beh, allora potrai capirmi (colori usati: 5). Paolo Conte, accorgendosi di non avere più risorse senza di te, diceva che il pomeriggio è troppo azzurro; poi ci pensò bene, trovò risorse poetiche in Francia e scrisse Blue Tangos, ribadendo certi concetti cromatici. Miles Davis con il blu si è inventato un pozzo di suoni al quale ancora oggi ogni jazzista attinge. Le blue note diffondono sontuosa nostalgia nelle scale pentatoniche di tutta la musica black fino ad arrivare alla vertiginosa capigliatura di Amy Winehouse ed esplodere in un malinconico e profondo blu tatoo che ti fa dondolare e sorridere e perdere insieme. 

Insomma, Chi vive in baracca, chi suda il salario 
chi ama l'amore e i sogni di gloria 
chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria 
Chi mangia una volta, chi tira al bersaglio 
chi vuole l'aumento, chi gioca a Sanremo 
chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno 
Chi ama la zia chi va a Porta Pia 
chi trova scontato, chi come ha trovato 
na na na na na na na na na 
Ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, 
ma il cielo è sempre più blu uh uh, uh uh, uh uh... 

testi_canzoni_rino_gaetano_882/testo_canzone_ma_il_cielo_e_sempre_piu_blu_724598.html

Denise Pisanu (blue version)


lunedì 30 settembre 2013

L'arbitro


Tutto molto bello e ben fatto, incluso Stefano Accorsi.
Però Sassari ha sempre un solo cinema. Peccato.

Ispirazione musicale by Andrea Guerra
http://www.youtube.com/watch?v=em-85qgwH5I

Denise Pisanu

lunedì 2 settembre 2013

Jovanotti: egli danza


Fratello, danzando dimenticasti di cantare negli stadi quella strofa del tuo manifesto che fa:

« Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa
passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano»

(Penso positivo, 1994)

Ti dev'essere sfuggita e io te la ricordo, fratello.
Oh, sono passati 19 anni, ti posso capire: anche io a volte cancello alcuni pezzi delle tue canzoni. Ma questa è tutta un’altra storia.
Que te vaya, que te vaya, que te vaya bien.


Denise dagli stadi 

lunedì 1 aprile 2013

battiato e le troie


per la prima volta battiato ha detto qualcosa che hanno capito tutti. 

(uno scrittore figo ha scritto che chi usa la parola troia così, pubblicamente, per riferirsi alle donne, si sta automaticamente giocando un sacco di rapporti sessuali interessanti. io penso questo: quando un addetto alla cultura comincia a parlare come un qualunque uomo medio e sessualmente ingenuo è giusto mandarlo in pensione. insieme ai direttori artistici, certo).



ascolta up patriots to arms

e poi ascolta anche bandiera bianca.

le ha scritte franco battiato (davvero!).

bandiera bianca, del 1981 (grande annata),
è la traccia numero 2 di uno degli album più belli della musica italiana (anche secondo me).

DenisepisanU
(versione inchiostro bianco su sfondo blu)

giovedì 19 gennaio 2012

Guarda i muscoli del capitano



Dopo una manovra imbecille, la nave affonda. 
Attenzione, non mi riferisco alle manovre politiche del rigore. 
Attenzione, non mi riferisco all'ennesimo rigore che fa sprofondare il calcio nel baratro del ridicolo.
Mi riferisco alla tragedia dell'Isola del Giglio. E noto che c'è qualcosa di ironico nel titolo acquisito dal signor Schettino alla guida della nave: Capitano della Concordia. Ironico perché egli, alla luce di quanto è emerso, è il perfetto anti-eroe, l'umano non umano, l'inetto, lo spregevole essere sul quale i giudizi dell'umanità intera convergono, concordano (sic); Schettino rappresenta la categoria del deprecabile senza appello, il modello più becero della miseria umana, ciò che nessuno vorrebbe essere mai. 
Schettino è quello che "tiene paura", a differenza del capitano del Titanic di De Gregori. 
Ma Schettino, con la sua debolezza, fa pensare anche e sopratutto ad un personaggio letterario: Lord Jim, l'uomo di mare che abbandona la nave e i suoi passeggeri e vivrà per questo nella tenebra della colpa e della vergogna per il resto della sua esistenza, in attesa di una seconda occasione; e Conrad si trova a ripetere fra le pagine del suo romanzo ciò che ancora oggi ci spaventa e ci trasforma in giudici: Lord Jim "è uno di noi". Schettino è uno di noi. 

Denise Pisanu

giovedì 29 ottobre 2009

Musica. Giuliano Rassu c'è

Finalmente un cantante, bravo, sardo. Che canta in inglese. Di Sassari, con la "s" (esce) ma senza turbe identitarie e storie strappalacrime da ostentare.












Alessandro Soddu