La prima candelina di Dies è stata l’occasione per diversi pareri e considerazioni intorno al nostro blog.
Tra le tante cose che sono state dette, una mi ha colpito in modo particolare: “siete di parte”. Quest’affermazione mi ha colpito non per il significato in sé, ma per il tono del rimprovero con cui normalmente, non solo nel nostro caso, viene espressa.
Io non credo che “essere di parte” sia una specie di colpa, ma una condizione normale degli esseri umani.
È una condizione normale nella dimensione politica (com’è evidente a tutti), perché se la Democrazia è possibile, è possibile anche grazie al confronto tra posizioni ideologiche e culturali differenti, che esprimono proposte e soluzioni diverse per l’organizzazione e il funzionamento della società. Quando questo confronto non è inquinato da comportamenti dettati dall’interesse privato, allora è migliorativo e favorisce il progresso.
È una condizione normale anche nella dimensione personale, perché l’essere di parte è legato alla possibilità e capacità dell’individuo di fare scelte libere e consapevoli.
La scelta è una condizione necessaria dell’esistenza. Anche quando decidiamo di non scegliere, facciamo una scelta. E se è vero che a volte le nostre scelte sono “obbligate”, è anche vero che spesso abbiamo la possibilità di fare scelte che sono lasciate interamente a noi, o hanno come unico limite la concomitante libertà di scelta degli altri. Non abbiamo lo stesso trasporto verso tutto e verso tutti. La varietà non si presenta come un valore in sé, ma come un’opportunità che si offre alla nostra libertà di scegliere.
Così, quando sostengo con forza le mie convinzioni, non lo faccio perché penso “di sapere tutto”, ma perché credo nelle Idee che ho scelto di seguire. Consapevole che si tratta delle mie convinzioni personali, non della verità assoluta.
Dies parla con le voci soggettive – e indipendenti – dei suoi fondatori, dunque non può essere sopra le parti. Non può parlare con una voce universale, alla ricerca di un’imparzialità che è soltanto un mito, che non esiste “in natura” e che quando esiste è soltanto una costruzione artificiale, che confina con l’opportunismo e l’ipocrisia.
Dies è una parte fra le parti, che si esprime e poi lascia spazio a tutte le altre voci che vogliano esprimersi, nel consenso o nel dissenso. Voci diverse possono dare vita ad un confronto costruttivo, da cui possono scaturire idee non solo nuove, ma anche condivise.
Questo messaggio è per chiunque voglia leggerlo, per tutte le altre parti, per tutti gli altri soggetti. Dies lo ha messo nella bottiglia. E l’ha affidato al mare.
Francesco Obinu
Tra le tante cose che sono state dette, una mi ha colpito in modo particolare: “siete di parte”. Quest’affermazione mi ha colpito non per il significato in sé, ma per il tono del rimprovero con cui normalmente, non solo nel nostro caso, viene espressa.
Io non credo che “essere di parte” sia una specie di colpa, ma una condizione normale degli esseri umani.
È una condizione normale nella dimensione politica (com’è evidente a tutti), perché se la Democrazia è possibile, è possibile anche grazie al confronto tra posizioni ideologiche e culturali differenti, che esprimono proposte e soluzioni diverse per l’organizzazione e il funzionamento della società. Quando questo confronto non è inquinato da comportamenti dettati dall’interesse privato, allora è migliorativo e favorisce il progresso.
È una condizione normale anche nella dimensione personale, perché l’essere di parte è legato alla possibilità e capacità dell’individuo di fare scelte libere e consapevoli.
La scelta è una condizione necessaria dell’esistenza. Anche quando decidiamo di non scegliere, facciamo una scelta. E se è vero che a volte le nostre scelte sono “obbligate”, è anche vero che spesso abbiamo la possibilità di fare scelte che sono lasciate interamente a noi, o hanno come unico limite la concomitante libertà di scelta degli altri. Non abbiamo lo stesso trasporto verso tutto e verso tutti. La varietà non si presenta come un valore in sé, ma come un’opportunità che si offre alla nostra libertà di scegliere.
Così, quando sostengo con forza le mie convinzioni, non lo faccio perché penso “di sapere tutto”, ma perché credo nelle Idee che ho scelto di seguire. Consapevole che si tratta delle mie convinzioni personali, non della verità assoluta.
Dies parla con le voci soggettive – e indipendenti – dei suoi fondatori, dunque non può essere sopra le parti. Non può parlare con una voce universale, alla ricerca di un’imparzialità che è soltanto un mito, che non esiste “in natura” e che quando esiste è soltanto una costruzione artificiale, che confina con l’opportunismo e l’ipocrisia.
Dies è una parte fra le parti, che si esprime e poi lascia spazio a tutte le altre voci che vogliano esprimersi, nel consenso o nel dissenso. Voci diverse possono dare vita ad un confronto costruttivo, da cui possono scaturire idee non solo nuove, ma anche condivise.
Questo messaggio è per chiunque voglia leggerlo, per tutte le altre parti, per tutti gli altri soggetti. Dies lo ha messo nella bottiglia. E l’ha affidato al mare.
Francesco Obinu
Sottoscrivo, ma non pago alcun diritto bollato.
RispondiEliminaHai detto bene, nel consenso o nel dissenso. Che cosa cambia tra l'essere scrittore ed essere lettore? Tu scegli di scrivere ed io scelgo di leggerti. Nel momento stesso in cui esponi un pensiero sei giudicabile per cui o la fai per il puro piacere di scrivere o lo fai per essere letto... chi ti legge può non avere la tua stessa opinione e in uno spazio libero come questo, almeno mi sembra che sia tale, anche il dissenso trova il suo spazio.
RispondiEliminaEsiste l'imparzialità, siamo noi ed il nostro egocentrismo a giustificare il contrario. Per cui se mi dici che sbaglio, mi sento toccato. Se mi dici che non ho capito, magari rimango risentito. Tutti comportamenti umani che spesso non ci permettono di crescere.
Purtroppo, dopo una certa età, finiamo inevitabilmente per percorrere dei binari che noi stessi ci siamo creati e viene difficile accettare opinioni diverse dalle nostre.
Non c'è niente di così strano nell'accettare la critica mossa dell'essere di parte. Dovrebbe servire ad esaminare una certa cosa semplicemente anche da altri punti di vista.
Un abbraccio,
Leonardo
Accetto la critica. E ti dirò di più: non riesco ad essere imparziale, cioè fuori di me; però mi piace confrontare il mio particolare pensiero con il tuo, senza dire che tu sbagli e io abbia ragione per forza.
RispondiEliminaFrancesco
Su questo mi trovi perfettamente d'accordo. Sbagliare o aver ragione sono solo i due estremi di infiniti punti di vista.
RispondiEliminaL'importante è il confronto, sempre. Perchè è da quello che penso di poter imparare ancora tante cose.
Grazie,
Leonardo
Caro Franceso il tuo post/pensiero mi ha quasi,quasi convinto. Ma quasi, quasi però.
RispondiEliminaVado a comprare una marca da bollo. A domani
RispondiEliminaOgni individuo è perennemente responsabile delle sue azioni. Ad ogni momento possiamo scegliere di agire bene o male. Ma coloro che sono veramente illuminati possono scegliere di tornare nel mondo spirituale e godere di una libertà eterna. Tutti gli altri scelgono semplicemente di rimanere qui nel mondo materiale ed essere continuamente intrappolati dalle leggi del karma. La scelta è nostra, momento dopo momento. Il modo in cui possiamo ottenere un buon karma, ottenere la liberazione e tornare nel mondo spirituale viene chiaramente descritto nelle più grandi fra tutte le Scritture vediche, la Bhagavad-gita e lo Srimad Bhagavatam.
RispondiEliminaParte Olla
Il modo per ottenere un buon Karma è trasformarlo illuminarlo non eliminarlo, fuggire dalla realta per rifugiarsi in un luogo sperduto, fare prove ascetiche non è saggezza...una persona può diventare felice, perchè perfettamente dotata, solo ed esclusivamente affrontando la vita come e dov'è. Parte Olla accetto ma non condivido, quello che scrivi (per me) è fantascienza.
RispondiEliminaMarta Maccioccu
ho bisogno di pensarci un attimo
RispondiEliminaPensaci, Giacomino!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
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RispondiEliminaIl blog è impazzito.... salta tutta la tabulazione....
RispondiEliminada che parte,
RispondiEliminasono già intervenuto su questo argomento, avevo già detto da che parte stare.
Finché vedrò ingiustizie e differenze, vedrò la possibilità di migliorare le cose, vedrò che ci sono persone che non hanno diritti, che si sprecano continuamente risorse materiali, umane, intellettuali, e finché vedrò che il manager, il dirigente, il politico alla camera dei deputati, alla regione, il docente universitario, guadagna più del normale.
Finché vedrò, con stupore, ancora persone che si ergono uno veri tutori dell'ordine che non c'è, e che non hanno mai contribuito creare uno, mentre sono i primi ad approvare lo sfascio e il non senso, e finché vedrò persone che rimpiangono un passato regime, mentre ora ne appoggiano bene un altro.
Finché vedrò persone che giudicano gli altri per razza, sesso, scelte sessuali, provenienza
Lì, proprio, lì saprò sempre che parte da guardare.
e non ditemi che sono di sinistra, o di centro o di destra, sono che uno solo "... ti succede mai di averne FIN SOPRA I CAPELLI? [...] voglio dire, ti succede mai d'aver paura che tutto vada a finire in modo schifo se non fai qualcosa? "(il giovane Holden)
Per Franco Campus
RispondiElimina... Finché vedrò ingiustizie e differenze...
- Non credo che dove ci siano differenze ci siano anche e sempre ingiustizie. Non credi che alcune differenze possano anche essere legittime? O siamo tutti fatti a stampino senza alcuna differenza?
...vedrò che ci sono persone che non hanno diritti...
- Questo è vero, ci sono persone che non hanno diritti, ma è anche vero che ci sono persone che non rispettano i doveri e reclamano solo diritti, non credi?
...che si sprecano continuamente risorse materiali, umane, intellettuali, e finché vedrò che il manager, il dirigente, il politico alla camera dei deputati, alla regione, il docente universitario, guadagna più del normale...
- Tutto condivisibile, ma non penso sia una questione di parte. Si tratta solo di giustizia e onestà. Mi sembra che nessuna parte politica utilizzi questi due valori come propria stella polare.
...Finché vedrò, con stupore, ancora persone che si ergono uno veri tutori dell'ordine che non c'è, e che non hanno mai contribuito creare uno, mentre sono i primi ad approvare lo sfascio e il non senso...
- Condivido in toto.
...e finché vedrò persone che rimpiangono un passato regime, mentre ora ne appoggiano bene un altro...
- Verissimo. L'Italia è piena di finti nostalgici che ben sguazzano nelle torbide acque della politica e del regime attuale, sostenendolo pienamente. Anche questa è una questione di mentalità, tipicamente italiana, poco ha a che fare con la parte politica.
...Finché vedrò persone che giudicano gli altri per razza, sesso, scelte sessuali, provenienza...
- Hai ragione, è sbagliato giudicare in base a tali paramentri, ma è anche ipocrita e dannoso non tenerne conto, perchè gli uomini non sono tutti uguali, nel senso positivo del termine. La diversità rappresenta la vera ricchezza.
...Lì, proprio, lì saprò sempre che parte da guardare.
e non ditemi che sono di sinistra, o di centro o di destra...
- Condivido in pieno, ma la parte verso la quale guardi non sembrerebbe pensarla proprio come te, almeno a vedere i fatti.
Con stima
Il Duca
http://provediunmondodiverso.ning.com/
RispondiEliminaHo scoperto grazie ad un mio amico che gestisce il nostro blog prove di un mondo diverso, la piattaforma ning. Dategli uno sguardo veloce, potrebbe essere interessante per voi ed il vostro progetto ragionare su un eventuale trasferimento in altri luoghi virtuali.
Leonardo