giovedì 19 gennaio 2012

Guarda i muscoli del capitano



Dopo una manovra imbecille, la nave affonda. 
Attenzione, non mi riferisco alle manovre politiche del rigore. 
Attenzione, non mi riferisco all'ennesimo rigore che fa sprofondare il calcio nel baratro del ridicolo.
Mi riferisco alla tragedia dell'Isola del Giglio. E noto che c'è qualcosa di ironico nel titolo acquisito dal signor Schettino alla guida della nave: Capitano della Concordia. Ironico perché egli, alla luce di quanto è emerso, è il perfetto anti-eroe, l'umano non umano, l'inetto, lo spregevole essere sul quale i giudizi dell'umanità intera convergono, concordano (sic); Schettino rappresenta la categoria del deprecabile senza appello, il modello più becero della miseria umana, ciò che nessuno vorrebbe essere mai. 
Schettino è quello che "tiene paura", a differenza del capitano del Titanic di De Gregori. 
Ma Schettino, con la sua debolezza, fa pensare anche e sopratutto ad un personaggio letterario: Lord Jim, l'uomo di mare che abbandona la nave e i suoi passeggeri e vivrà per questo nella tenebra della colpa e della vergogna per il resto della sua esistenza, in attesa di una seconda occasione; e Conrad si trova a ripetere fra le pagine del suo romanzo ciò che ancora oggi ci spaventa e ci trasforma in giudici: Lord Jim "è uno di noi". Schettino è uno di noi. 

Denise Pisanu

10 commenti:

  1. Non so quanto sia vero... devo pensarci... preferisco cantare il ritornello: "15 uomini, 15 uomini e una bottiglia di rum"!!! La trovo molto più vera per il genere umano!!!
    Son certo che però Schettino diventerà un naufrago dell'isola dei famosi... ... ...SALGA SU QUELL'ISOLA CAZZO!!!

    RispondiElimina
  2. "Salga su quell'isola ca..o" a pensarci bene mi ricorda molto "ti sbatto in Sardegna". In pratica io sono come Schettino e sull'isola ci sono salito senza tante storie.

    RispondiElimina
  3. Comunque sì, siamo tutti come Schettino e tutti come il comandante della capitaneria, solo che non lo sappiamo sinché non ci troviamo di fronte all'estremo. Non ne farei una questione di nazionalità, lo dimostra la telefonata, tra due Italiani, che gli Italiani (di cui si riempie la bocca Severgnini) sono l'uno e l'altro, e così dubito che non vi siano Tedeschi o Americani che messi in una situazione del genere non si dimostrino codardi, come dimostra appunto il Lord Jim di cui parlavi (ah, Conrad! che gigante).

    RispondiElimina
  4. @ anonimo1 - Schettino è condannato all'infelicità: se ciò che farà sarà triste, tanto peggio per lui. Diluirà il dolore con il rum, se interpreto bene ciò che intendi.
    @ Mauro Sanna, esatto! Farne una questione di nazionalità o regionalità è il modo più grossolano per manifestare quanto sia difficile accettare il fatto che Lord Jim-Schettino-Caino sia uno di noi.

    RispondiElimina
  5. Schettino è uno di noi,ma non credo che lo sia anche Lord Jim. Insomma,siamo così sicuri che Lord Schettino "vivrà per questo nella tenebra della colpa e della vergogna per il resto della sua esistenza, in attesa di una seconda occasione"? Non per togliere poesia a tutto ciò,ma ha già fatto ricorso,o ha annunciato di volerlo fare. Mi sembra evidente che questa triste storia -questa tragedia della Concordia,questo disastro della discordia,queste vicende del capitan Codardia-ci debbano far riflettere su qualcosa, ma il "qualcosa" in questione è che in questa società(e non mi riferisco solo a quella italiana) non c'è spazio per quei pensieri belli,tristi e nobili che sono la tenebra,la colpa,la vergogna e l'attesa.
    Naturalmente è anche un'ottima occasione per riflettere sulla letteratura contemporanea.

    RispondiElimina
  6. Quoto Melania Pisanu che scrive (poco) delle cose che rispecchiano la mia vita e il mio pensiero...bello,bello, bello.

    RispondiElimina
  7. io credo che "noi" giovani siamo degli eccellenti fotografi di specchi quindi la vita non ammetterà nessuno con riserva,basti guardardare quelli che facevano i toghi 1-2-3-4-5-6 ecc. mesi fa.
    Secondomeeranoafarfallecazzo

    RispondiElimina
  8. Cara Melania Meimei Pisanu,
    io ribadisco invece che per fortuna la vergogna e la colpa - variamente distribuite, è ovvio - fanno parte del genere umano e quindi caratterizzano ogni società; i motivi per i quali oggi sembra che non trovino spazio sono vari e molteplici e sono certa che tu li conosci tutti, da attenta lettrice della società quale sei. Questo è il mio pensiero: partendo dal presupposto che l'uomo sia un essere perfettibile che può
    migliorarsi guardandosi allo specchio, trovo che la carenza di specchi della verità sia un problema
    personale e culturale, prima che sociale; penso inoltre che il sentimento di sfiducia nell'uomo sia
    anche generato dai miseri ritratti umani che i mass media ci propinano ogni giorno, a tutto vantaggio dell'industria dell'insoddisfazione rassegnata e immobilizzante. Dove per miseri intendo proprio poveri.
    Per tornare al particolare, alla vicenda della Concordia, io preferisco non giudicare nessuno:
    sia perché gli elementi per un giudizio corretto probabilmente non li avrò mai, sia perché credo che
    la superficiale battaglia di opinione sia accettabile per altre questioni, magari quelle senza vittime.
    Per tornare alla letteratura, mi piace riflettere sulla grandezza di Conrad e di altri giganti che, nonostante abbiano vissuto realtà diverse dalla mia, hanno saputo dire cose universali: perché se c'è un modo positivo e costruttivo di leggere i fatti spiacevoli, per me è l'arte a fornirlo.

    RispondiElimina