Quella del 22 maggio 2010 è una data che non solo gli interisti dovranno ricordare a lungo, perché segna la fine dell’idea di una squadra forte, ricca ma fondamentalmente perdente. Un pensiero alimentato nell’immaginario collettivo da alcuni fattori reali, quali l’incapacità della proprietà fino a poco tempo fa di delegare la gestione dirigenziale e tecnica ed il controllo criminale esercitato a lungo sul calcio italiano da certi personaggi e smascherato solo nel 2006, peraltro non completamente. Detto in altri termini, se l’Inter di Massimo Moratti ha tardato così tanto a vincere deve guardare innanzitutto alle proprie colpe e in seconda battuta a fattori esterni, che avrebbero potuto comunque essere superati con una più oculata politica societaria. Lo pensavo dieci anni fa e oltre, in tempi di vacche magre; continuo a pensarlo ora, ubriaco di trionfi. Perché è evidente che questo ciclo di successi ha solo parzialmente a che fare con gli effetti del terremoto giudiziario orribilmente battezzato “Calciopoli”. Chi pensa che l’Inter si sia rinforzata saccheggiando la Juventus con gli acquisti di Vieira e Ibrahimovic è stato smentito due volte: il primo ha giocato complessivamente poche partite, mentre il secondo non ha mai fatto la differenza con la maglia bianconera, così come non è stato decisivo al Barcellona. È chiaro dunque che è stata l’Inter a permettere a Ibrahimovic di esprimersi al meglio e non viceversa. Quanto poi alle oggettive, spropositate, disponibilità finanziarie di Moratti, nessuno può affermare che le ultime campagne acquisti siano state superiori a quelle di tante altre deludenti stagioni. Se la qualità dei giocatori si è tramutata finalmente in superiorità tecnica è solo perché dirigenti e allenatori hanno saputo inculcare alla squadra una mentalità vincente, essendo stati messi nelle condizioni di gestire la cosa in modo ottimale. Ciò che è mancato a galantuomini come Simoni e Cúper, mentre Mancini ha goduto di un clima più favorevole, peraltro mettendoci del suo. E tuttavia José Mourinho ha dimostrato di essere davvero di un altro pianeta. Sono felice di essermi sbagliato su di lui dopo la prima stagione. Al di là della sapienza tattica e psicologica, la sua magia è stata quella di tenere testa e sconfiggere il mostro mediatico-sportivo italiano, dal quale ora fugge, rimpianto anche dai nemici.
Alessandro Soddu
Un furto d'identità?... dov'è finito il cantore del declino del Belpaese?
RispondiEliminaE' bastata una partita di calcio ed ecco 'sta dichiarazione d'amore pop a mister Moratti scritta a inchiostro bicolore. E dire che costui finanzia i suoi circensi inquinandoti la terra che hai sotto i piedi e chiudendo non uno ma due occhi sulle elementari norme di sicurezza dei lavoratori. Ma tanto sono sardi e basta che gli regali il biglietto della partita perché ti ringrazino, più devoti di prima. ohiohi
Restando sul terreno strettamente calcistico, non sono un tifoso dell'Inter e non sono tra quelli che sostengono che nelle competizioni europee si debba tifare comunque per le squadre italiane, anche quando non sono le nostre squadre del cuore.
RispondiEliminaPerò, mi sento di partecipare della felicità di un amico.
Anche io mi sento di partecipare alla felicità di A.S. anzi vi dirò di più non mangerò per una settimana e non andrò a lavorare.
RispondiEliminaNon stò nella pelle, una gioia immensa, grazie inter, grazie di esistere.
Pur non avendo mai avuto la pretesa di dire cose belle e/o giuste, rivendico almeno la speranza di essere capito, o letto meglio. Caro Anonimo delle ore 9.58, la mia è una dichiarazione d’amore per l’Inter, non certo per Massimo Moratti. Il calcio è per me una dimensione altra. Non pretendo di condividerla con chiunque o di barattarla con il biglietto di una partita o con un favore elettorale plebiscitario. Stai sbagliando squadra e presidente. Per l’Inter ho pianto e mangiato merda in quantità non trascurabile. Per l’Inter ora godo e per qualche minuto mi rassereno. Però, se hai pazienza, concluderò più tardi il post con l’altra faccia della medaglia. Magari riconoscerai il “cantore” dopo che gli sarà passata la sbornia (posso?).
RispondiEliminaAlessandro Soddu