Se l'evidenza dei fatti mostrasse che un servizio pubblico (o di pubblica utilità) gestito da un soggetto privato (anche nella forma della compartecipazione e per mezzo della figura dell'amministratore delegato) funziona meglio del medesimo servizio gestito da un soggetto pubblico, allora non avrei dubbi: ben venga la gestione privata. Invece, basta guardarsi un po' intorno e... cosa dire, ad esempio, della nuova Alitalia o di Trenitalia? Non affermo che il servizio offerto ai viaggiatori sia peggiorato, ma i disservizi ferroviari sono all'ordine del giorno, mica sono scomparsi, mentre la ex compagnia aerea di bandiera ha abbandonato diversi scali italiani (senza contare che quando si è reso necessario "salvarla" dai debiti, i soldi li ha messi lo Stato...). Respingiamo la gestione privata, ma pretendiamo una gestione pubblica dotata di risorse umane e finanziarie adeguate, per servizi efficienti.
La gestione del servizio idrico deve restare pubblica anche per un altro motivo, non meno importante: l'acqua non è soltanto un "bene comune" (come in molti sostengono, a ragione), ma è anche un bene essenziale, cioè indispensabile - perché insostituibile - per la vita umana. Essa deve essere accessibile a tutti, a costi contenuti. Pertanto, l'acqua non può essere oggetto di profitto economico, perché la remunerazione del capitale investito implicherebbe un notevole aumento delle tariffe sui consumi.
Le ragioni fondamentali per rifiutare l'installazione di centrali nucleari, secondo me, sono tre: sono necessari tempi lunghi per la loro costruzione (almeno un ventennio), sono necessari tempi altrettanto lunghi per il ripianamento delle spese di realizzo e, infine, l'eredità paurosa delle scorie. Il materiale radioattivo diventa inerte soltanto dopo decine di migliaia di anni: un tempo troppo lungo per non temere l'inquinamento del terreno e delle falde acquifere. Forse non è un rischio per la nostra generazione, ma possiamo per questo chiudere gli occhi?
La classe politica è eletta dal popolo sovrano e tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Non esiste alcuna ragione per cui il capo del governo ed i ministri debbano godere del privilegio di sottrarsi al giudizio in sede penale. La legge prevede già la possibilità, data ad ogni cittadino, di non comparire davanti al giudice o di chiedere il rinvio dell'udienza a fronte di gravi e giustificati motivi. Basti questo anche ai signori del "legittimo impedimento".
Francesco Obinu
Che dire? Si può solo concordare. Il buon B. ancora scottato dalle amministrative adesso si guarda bene dal fare dei referendum una battaglia sulla sua persona. Ma ormai i buoi sono scappati da un pezzo e anche i referendum (in un caso soprattutto, se non esclusivamente) sono proprio ciò che chiedeva e chiede da tempo: votare pro o contro di lui. Le sfumature sono cose da programmi di approfondimento in seconda o terza serata. I distinguo roba da tecnici. Mi fa invece ridere la posizione del "terzo polo": no ai referendum sull'acqua e sui servizi affidati ai privati e libertà di coscienza su nucleare e legittimo impedimento. Non hanno proprio capito niente. Va a finire che se B. sopravvive all'ennesimo tentativo di spallata è per la totale incoerenza e incapacità altrui.
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