martedì 20 agosto 2013

Letture. Il giorno del giudizio (S. Satta)






Ho letto in questi giorni Il giorno del giudizio, di Salvatore Satta. In colpevole ritardo (per quanto si possa essere colpevoli di tutte le mancate letture), ma forse nell’età giusta per capirne le mille sfumature. Quel che importa è che l’ho letto e che ne sono contento. Ho scoperto un capolavoro, per stile, visione e capacità evocativa. Ma la cosa che più colpisce è come Satta sviluppi il tema narrativo (la società nuorese dei primi del Novecento), senza indulgere all’atteggiamento nostalgico, rivendicazionista e autofolklorico di cui è intrisa molta dell’ultima “letteratura sarda” tanto in voga. È infatti un’analisi (forse, psicanalisi) spietata dell’uomo e delle cose in un microcosmo sociale ed economico i cui tratti sono definiti o evocati con la magia narrativa dei grandi scrittori. Per questo chiunque può leggere Il giorno del giudizio pur senza aver mai messo piede a Nuoro. È un grande romanzo, un’autobiografia, ma, se volete, anche un trattato di antropologia o di storia contemporanea (alla fine della lettura, vale la pena documentarsi sulla vita dell’autore). Il titolo è un macigno (forse anche questo mi ha tenuto a lungo lontano dal libro), ma la lettura scivola leggera e piacevole, lasciando un segno profondo.

A.S.

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