Il comitato “non costruiamo un
bel niente in Sardegna” ha dato vita ad una serie incazzosa di commenti scontenti
su Facebook.
Io, lettrice di social, vorrei
dire quanto segue nel rispetto di tutti i trecento amici che ho, amanti dell’Ichnusa
e non.
Posso capire il sentimento di
rabbia visti i disastri operati con l’industria petrolchimica; posso capire lo
sgomento di fronte all’ennesimo colpo basso della politica sarda, che non fa
altro che dire di sì al peggior offerente in vena di investire soldi nell’isola, dagli
anni Sessanta ad oggi; posso capire l’indignazione dei bosani che vorrebbero –
com’è giusto – disporre del loro territorio come meglio credono. Quello che non
posso capire è questo tipo di comunicazione grillesca, fatta di no categorici,
chiusure, quasi sulla scorta di un desiderio di isolamento innaffiato con litri
di intolleranza verso l’altro, verso il
nemico-che-viene-ad-invadere-la-fantastica-e-pura-sardegna. Mi spiego: se a
casa mia venisse un alieno e mi dicesse “farò una piscina qua nel tuo salotto”
io non gli direi “se non te ne vai entro tre secondi ti prendo a calci, a me le
piscine fanno schifo”; cercherei di discutere, di proporre, che ne so, “facciamo
una piccola pozzanghera nella terrazza, ne avrei più bisogno per dissetare gli uccellini”.
Personalmente, trovo che l’idea
di un paradiso per pochi ribelli sia anacronistica, oltre che poco democratica.
No? Che poi il salto di Quirra è sempre lì a ricordarvi che il paradiso è
perduto. La Sardegna è un’area fortemente depressa economicamente e sì,
l’ichnusa è una bevanda olandese di pessima qualità che nasconde l’alcolismo
diffuso dietro una bandiera assorbita dal marketing, c’è poco da fare i fighi. Nella
ridente e incontaminata Sardegna servono strade, servono servizi, servono
sostegni intelligenti all’economia, servono interventi per la continuità
territoriale, serve una cultura votata all’apertura e al progresso umano, serve
il dialogo. E se ogni volta che queste storiacce messe in atto dai nostri
conterranei danno vita a manifestazioni di intolleranza che non portano a
niente, allora davvero non solo siamo barbari, ma siamo anche un po’ primitivi.
A Denise Pisanu piace questo elemento.
(siamo tutti un po' bosani, particelle di dio, che ci piaccia oppure no)
Maledetti spagnoli ;:C
RispondiEliminaNon c`è niente da fare i fighi
RispondiEliminaSardegna con la maiuscola
RispondiEliminaIl punto è un altro, anzi due:
RispondiEliminaPunto Uno: idee meravigliosamente evolute per la costruzione di pozzanghere per dissetare gli uccellini ce ne sono tante e tante ronzano intorno a Tentizzos. Ignorare la loro esistenza nel commentare ciò che si sta dicendo in proposito e concentrarsi sull'aspetto grillesco non è utile a nessuno e poi lo fanno già la politica nazionale e locale. Diciamo tutti le stesse cose, ma ci dividiamo come al solito tra chi ha da dire su tutto e chi ha da dire su chi ha da dire su tutto, e alla fine nessuno ha detto nulla. Pocos, locos...
Punto Zero: Per quanto riguarda invece i sogni ribelli anacronistici, poco democratici e immensamente poetici... Giacché il paradiso è ormai perduto, non ci resta che fare i fighi.
Due punti e comincio con le ridondanze:
RispondiEliminaa) Tentizzos ai bosani per pozzanghere e uccellini :"posso capire l’indignazione dei bosani che vorrebbero – com’è giusto – disporre del loro territorio come meglio credono.";
b) la politica locale fa questo: "posso capire lo sgomento di fronte all’ennesimo colpo basso della politica sarda, che non fa altro che dire di sì al peggior offerente in vena di investire soldi nell’isola, dagli anni Sessanta ad oggi";
c) il mito romantico del paradiso incontaminato dove vivere in armonia con la natura è tramontato dietro i dati che parlano di depressione economica e alcolismo diffuso: "La Sardegna è un’area fortemente depressa economicamente e sì, l’ichnusa è una bevanda olandese di pessima qualità che nasconde l’alcolismo diffuso dietro una bandiera assorbita dal marketing, c’è poco da fare i fighi."
La protesta fine a se stessa dice sempre le stesse cose. E lo fa usando o un linguaggio degenerato o un linguaggio erudito: in entrambi i casi resta poco comunicativo e per niente costruttivo. Il mio punto era questo.
Credo che Carlos V, da te citato, oggi ci definirebbe così: pocos, intolerantes y todavia dormidos.
mi segnalano questo, relativamente alla presunta frase di Carlos V:
RispondiEliminahttp://www.cagliarifornia.eu/2011/02/pocos-locos-y-mal-unidos-carlo-v-non-lo.html?m=1
Mi ero già imbattuta in passato sulla questione ed ho usato coscientemente la vulgata editio.
Ma grazie della segnalazione: è bello essere letti da persone attente.
del campo di golf non me ne frega una mazza, ma il post è intelligente
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