C’è solo un sentimento che si può esprimere di fronte a quanto avviene in questi giorni in quel grande cantiere politico chiamato Italia, la Salerno-Reggio Calabria della democrazia, la Haiti del diritto: tristezza, una inestinguibile tristezza. A fronte di una situazione economica drammatica che solo il senso di dignità e la capacità di auto-conservazione del singolo cittadino riesce a non far esplodere in tutta la sua gravità, ma che non impedisce ad ampie fette della società e a consistenti gruppi di lavoratori di esprimere forme di protesta estreme, il governo in carica e il suo presidente non trovano di meglio da fare che agitare più che mai la bandiera della propaganda, forti del controllo quasi esclusivo dei mezzi di informazione di massa. L’uomo che deve il suo successo alle proprie qualità imprenditoriali ma anche e soprattutto alla copertura politica della prima repubblica, nel dissolvimento della quale ha avuto l’intuizione di farsi referente istituzionale di se stesso, non solo illude l’opinione pubblica di essere il “nuovo” disprezzando il “vecchio”, ma manipola a piacimento gli uomini e le regole, cambiandole a seconda della convenienza. In questo modo niente ha più senso. Perché ogni competizione è falsata. L’equilibrio dei poteri inesistente. A chi pensava che la legge elettorale voluta dal centrodestra nel 2005, unanimemente bollata come una “porcata”, fosse l’ultimo irripetibile oltraggio alla democrazia è stato servito sul piatto in pochi giorni un trionfo di abusi e palesi illegalità che toglie ogni dubbio sulla possibilità di cambiare realmente le cose. Falsificare la residenza all’estero, falsificare le firme per la presentazione delle liste elettorali, prendersi gioco delle sentenze dei tribunali: tutto è ridotto a “irregolarità meramente formali” da abbattere nel nome della volontà del popolo sovrano. Un gigantesco spot che ha bisogno di falsi eroi e finte vittime impermeabili a ogni indecenza. Mentre quelle vere piangono in silenzio oppure urlano e denunciano, come Roberto Saviano, che ha rinunciato alla sua vita per diventare anche lui un involontario spot. È più facile spendere qualche migliaio di euro per proteggere un intellettuale coraggioso, che tentare di spazzare realmente il lordume che solo i più ingenui credono ammorbi esclusivamente le strade e le coscienze del Sud.
Alessandro Soddu
In Italia siamo tutti BIRBANTELLI, ed hai birbantelli non si può che dargli un buffetto sulla guancia e dirgli di non farlo più. Tutto risolto, no?
RispondiEliminaIeri ascoltavo lo Zoo di 105 e hanno pubblicamente chiesto ai carcerati dove è rinchiuso Di Girolamo, di "ripagarlo" per tutto quello che ha fatto. Non condivido di certo l'idea, ma mi accorgo che molte persone iniziano ad essere stufe di una certa situazione di "sfruttamento del populismo"... dove si discute solo della riabilitazione canora del Principe e di niente altro.
Il rischio di schegge fuori controllo che arrivano allo stesso incitamento all'odio così come quotidianamente fa il presidente del consgilio, non è poi così remoto.
Intanto oggi inizia l'iter parlamentare sul legittimo impedimento... povera Italietta!
Leonardo
Sottoscrivo questo post come se l'avessi scritto io.
RispondiEliminaFrancesco Obinu