Il mio anatema lanciato a suo tempo contro il digitale terrestre è irrevocabile, tante sono le conferme che vengono ogni giorno dall’esperienza con questa ponderata anarchia televisiva. E tuttavia, stante l’impossibilità di leggere ogni giorno Guerra e pace o di dedicarsi all’osservazione notturna delle stelle, nei momenti morti della vita casalinga è fatale che ci si rivolga mollemente alla tv, alla ricerca di notizie fresche, di belle immagini, di bei programmi, pur sapendo di andare incontro a sicura delusione. Ecco così il mio incontro casuale con il programma di Raz Degan, salito recentemente alla ribalta nelle cronache locali per aver trattato del “mistero” dei giganti di Monte Prama. Il tema beccato tra uno spot e l’altro è quello della cosiddetta sexual addiction, il male incurabile di cui è affetto il 90% dei maschi adulti e che periodicamente trova spazio sui media per il coinvolgimento di personaggi famosi. L’approccio sembra abbastanza serio. Le interviste ai pazienti (comuni), con tanto di visi oscurati, sono fatte da Daniele Bossari. Poi appare il teschio di Raz Degan e mi viene alla mente Paola Barale insieme a un po’ di gossip non proprio da catechismo per ragazzi. Poi mi ricordo di essere su “Italia1”, l’emittente che ha costruito il suo successo su una quantità ormai incalcolabile di culi e tette. Così finisco come al solito per irritarmi. Perché le presunte inchieste, la presunta satira, i presunti quiz, tutto quello che “Italia1” può presumere di trasmettere per il “pubblico giovane” (questo è in teoria il target dell’emittente) ha sempre l’asterisco da allarme ormonale. Un’ossessione erotica 24 ore su 24 che non dà tregua e che trova occasionali rimbalzi anche su “Canale5” (Ciao Darwin fa scuola) e “Rete4” ed anche sulla Rai. Modelli di vita che hanno preso definitivamente piede ai tempi di Non è la Rai e che accompagnano tumultuosamente la nostra quotidianità. Pare che tutto questo vada bene, dal momento che anche mamme e nonne sono ben felici di portare in scena il loro grottesco spettacolo. Allora consentitemi di guardare senza pudore una sana puntata di Sexy bar, nel surreale salotto di quel depravato di Corrado Fumagalli, circondato da un esercito di pornostar che almeno non hanno la pretesa di definirsi show girls.
Alessandro Soddu
sei un conservatore.
RispondiEliminaNon so' di che parli. Io son rimasta ai bei tempi di "Colpo Grosso" con Smaila.
RispondiEliminaStefania Piredda
La verità è che sei un teledipendente.
RispondiEliminaDi questo Fumagalli mai sentito parlare, a vederlo mi sembrava Manotta.
Peggio di Colpo Grosso e del grosso Smaila c'è soltanto Colpo Gobbo, con Giulio Andreotti.
RispondiEliminaNoooo, era il 1987 avevo circa 15 anni, ero troppo toga, fumavo da 2 anni, mi facevo "feria da scuola" per andare ai giardini,avevo gli uomini a go go, ma sinceramente Giulio non me lo ricordo e adoravo "le ragazze cin cin".Ora non fumo più perchè ho comprato le tende nuove che costano una barca di soldi, non mi faccio più feria da scuola e non guardo più colpo grosso.
RispondiEliminaStefania Piredda
Sono contento che tu non abbia frequentato Giulio, la gobba più famosa del secolo, il quale non ha mai avuto donne a go go e la moglie l'ha conosciuta ad un funerale...
RispondiEliminaContento per me? Magari aveva delle grandi proprietà!!!Ti fermi troppo all'apparenza.
RispondiEliminaNon ha avuto donne a go go: tu che ne sai?
La moglie l'ha conosciuta a un funerale: anch'io avrei dato una botta di vita ad un mortorio...peccato, a me fortune così non capitano mai.
p.s
Deduco che tu sia bellissimo. Io ho la gobba ma non famosa.
Stefania Piredda