lunedì 30 luglio 2012
Cosa conta davvero
Nel frattempo continuiamo pure a cavarci gli occhi, "sardisti" contro "italianisti", "limbe comune" contro "puristi", accademia contro sardoparlanti e sardoscriventi.
Quello che manca in Sardegna è un vero dibattito scientifico sulla nostra lingua e il rispetto per le parti in causa. Per averne la riprova è sufficiente dare un'occhiata alle reazioni veementi sul web a questo articolo uscito sabato scorso sul Corriere, pieno di buon senso e di amore per la Sardegna, una volta tanto senza toni esotistici (a usare quelli ci pensa ormai la nostra fiorente industria letteraria).
A.S.
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Caro Alessandro, probabilmente tu hai ragione quando affermi che da noi manca un serio dibattito scientifico sul sardo. Ed è probabilmente vero anche che i tanti campanili isolani impediranno di arrivare al riconoscimento di quella "koinè" logudorese a cui fa cenno l'articolo di Brevini.
RispondiEliminaTuttavia, per difendere il sardo, pur nelle sue varietà, pur non come "limba comuna", basterebbe avere in Parlamento persone che amino la cultura della loro Terra.
Per amare il patrimonio culturale della nostra Sardegna non occorre essere "sardisti", né "indipendentisti": basta semplicemente avere coscienza del suo valore.
E però ecco qui il problema veramente insormontabile per tanta classe politica, perché per avere coscienza è necessario avere conoscenza.
Infatti. Il problema non è di poco conto. A sentire Cappellacci inveire contro Onorato e la Tirrenia si ha l'impressione di assistere a una commedia dell'assurdo. Tante maschere per diverse scene. I politici sardi sembrano perfetti per un festino alla "Eyes Wide Shut", ma a pensarci bene è proprio quello che fanno da una vita.
RispondiEliminaA.S.