lunedì 7 maggio 2012
Letture. Per oggi non mi tolgo la vita di Alfonso Brentani
Per oggi non mi tolgo la vita (Exorma, 119 pagine, euro 12) è una delle tante letture inutili nelle quali può capitare di imbattersi. Bisogna tuttavia riconoscere che Alfonso Brentani ha avuto perlomeno il buon gusto di non dilungarsi oltre le 120 pagine, limite massimo di inutilità tollerabile. Peccato però che questo segno di rispetto nei confronti del lettore venga immediatamente annullato da una “Premessa a discolpa” posta all'inizio del libro: non c'è niente di più fastidioso e fuori luogo di qualcuno che mette le mani avanti mentre si appresta a molestarti con le sue parole.
Il romanzo soffre di almeno due mali insanabili: uno affligge la forma e l’altro il contenuto. Per quanto riguarda il primo, il testo è vittima di una lezione sbagliata che, avendo dato vita ad un costume diffuso, probabilmente viene impartita nelle scuole peperepè di scrittura creativa; la lezione è questa: il flusso di coscienza consiste nel mandare affanculo le virgole – oltre che James Joyce - e vomitare sulla pagina pensieri più o meno scollegati tra loro. L’espressione “mandare affanculo” è liberamente tratta da Brentani, che la sparge nell’opera senza parsimonia ma bene.
Il secondo malanno deriva invece dalla scelta del tema. Per oggi non mi tolgo la vita è infatti un’autoanalisi del protagonista - neolaureato in filosofia, redattore presso una casa editrice di Nuoro, amante del black metal - che tenta varie volte di suicidarsi e si interroga sul senso della vita. Posto che la vita un senso non ce l’ha e che se ci è arrivato Vasco Rossi ci possono arrivare tutti, è bene tenere presente che scrivendo qualcosa sul suicidio si rischia di cadere nel Novecento. E Brentani, ingenuo, ci cade. Il racconto con l’io al centro, tipico – appunto – del secolo scorso, rende le paranoie del protagonista banali e ridondanti, note e noiose. Tanto che nemmeno l’aggiunta di un quasi processo agli psicofarmaci è sufficiente a dare alla storia una patina di modernità.
C'è tuttavia una nota positiva che impedisce di scaraventare Brentani nella lista lunghissima degli scrittori illeggibili: la lingua. L'autore, scegliendo di attingere anche al parlato della sua città - Sassari - riesce a mantenere viva la narrazione e a usare un tono ironico gradevole dall'inizio fino alla fine.
Quindi, chiudendo un occhio e considerando che Per oggi non mi tolgo la vita è un esordio letterario (datato 2010, tra l'altro), vale la pena dare un'altra possibilità al giovane Alfonso Brentani e aspettare al varco il suo secondo lavoro.
Denise Pisanu
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Secondo me non si deve mai rimandare a domani quello che si può fare oggi.
RispondiEliminaInteressante recensione, anche se mi ha fatto passare ogni voglia di leggere Brentani.
RispondiEliminaA me è andata meglio: non mi aveva mai sfiorato il cervello l'idea di leggerlo!
RispondiEliminaDenise è bravina, l'ho sempre detto.
RispondiEliminaFrancesco, tu sì che sai fare i complimenti.
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