La politica ha il suo linguaggio. O meglio, ha un linguaggio per ogni occasione, per ogni evenienza.
Troppo spesso la politica italiana, riguardo alla criminalità organizzata, ha usato il linguaggio del "non dire": parole tanto ferme quanto generiche e dunque vuote, inutili; espedienti verbali mirati alla prudente copertura del fustigatore di turno.
Troppe poche volte, invece, la politica italiana ha usato le parole per denunciare, nomi e cognomi, fatti e misfatti, l'industria del crimine. E tutti coloro che hanno voluto offrire al proprio paese questa prova di coraggioso senso civico, hanno pagato con la vita. Il nome di Pio La Torre può bastare come esempio illuminante.
Senonché, il ministro dell'Interno pretende (quasi comanda) per sé la ribalta televisiva, allo scopo di sciorinare una sfilza di dati che attestano quanto lo Stato è riuscito a fare nella lotta alle mafie. Tutto vero, per carità. Soltanto che nelle intenzioni del ministro, la sciorinata doveva servire ad allontanare dal suo partito le pesanti ombre allungate dalle indagini della DIA: altro esempio di mistificazione verbale. Già, perché lo Stato che colpisce le mafie è l'insieme di Magistratura e forze di pubblica sicurezza con le loro Divisioni e corpi speciali. Lo Stato - per definizione - non è il governo, non è un ministero e non è, tanto meno, un partito. I successi contro le mafie non hanno atteso questo ministro e questo governo, come non appartengono ad alcun altro ministro e governo in particolare.
E non ha alcuna importanza che questo ministro e tanti suoi colleghi di partito siano (come certamente saranno) immuni da collusioni mafiose, perché se non si può dire che la Lega sia collusa con la mafia, ad oggi non si può nemmeno affermare - viste le indagini DIA - che tutto il partito sia pulito. Perché come spiega Saviano (che però secondo qualcuno è un povero allocco che non sa scrivere ed esprimersi, al punto di prendere lezioni dal saxofonista celtico) la camorra (la mafia in genere) non ti punta subito la pistola alla testa. No, si presenta in modo gentile, distinto, affabile e ti propone affari vantaggiosi e, in apparenza, leciti.
Peccato che persone senza dubbio più intelligenti e avvedute del povero scrittore casertano, non riescano proprio a rendersi conto che un affare esageratamente vantaggioso, inevitabilmente, nasconde un terribile inganno.
Francesco Obinu
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