venerdì 18 dicembre 2009

Interiora. Sull'ali del tonno




Rivedere cose dell’infanzia non è sempre una buona idea. Tanto ormai è passata e chi se ne frega e meno male. Però ieri, com’è come non è, ho visto un pezzo di Pinocchio di Comencini. Un capolavoro, ma anche una tristezza titanica. Un set cupo, cupissimo. Personaggi toscani laidi che evocano il miglior Pacciani (o forse non è vero il contrario?). Morale e immoralità che trasudano da ogni fotogramma. Tutto questo mentre sul canale accanto Lupi e Di Pietro se le davano (verbalmente) di santa ragione. Nessuna voglia di fare facili paralleli. Ho spento tutto e buonanotte.


Alessandro Soddu

4 commenti:

  1. L'ho rivisto due volte, tutto, negli ultimi due anni. L'ho propinato ai miei studenti in due scuole diverse.
    Come tu dici è un capolavoro, bello, nitido, pieno di Collodi eppure a sé stante.
    Testimonianza di un mondo che non c'è più di una cultura che appartiene a noi e non al nuovo mondo.
    Era un mondo dove la parola professionista aveva un senso e non ce ne si vergognava.
    Lo farò rivdere anche quest'anno.
    Hai fatto male a spegnere.

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  2. Tristezza titanica anzi totale.
    Ci manca solo il libro Cuore con Jonny Dorelli... che passava d Dorrellik a il Maestro Perboni. Ma gli studenti non si annoiano un pochino? Domanda con molta umiltà.

    Franco G.R.

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  3. No. Non si annoiano, strano ma vero. E poi non ci sono paragoni tra Cuore e Pinocchio, sia per il libro, sia nelle riduzioni televisive. Algo es Manfredi algo, con tutto il rispetto, Dorelli e la De Sio.

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  4. Certo che ti dicono che non si annoiano! altrimenti tu interroghi....

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