lunedì 15 giugno 2009

Società. Gioventù ingrata

Sul Sole24ore del 14 giugno scorso due articoli si rincorrevano in modo inconsapevole: sulla prima del Domenicale, in un profilo dedicato ad Andrea Zanzotto, lo stesso poeta veneto mette in luce la schizofrenia leghista nell’avversione agli immigrati e nel largo impiego degli stessi nell’industria per carenza di manodopera locale; a pagina 2 del Sole, invece, la cronaca degli interventi di Berlusconi e Sacconi al convegno dei giovani di Confindustria riproponeva, per bocca del ministro del Welfare, il vecchio refrain dei “bamboccioni”. Sacconi ha così evocato la «lentezza dei giovani», il loro «ritardo con l’appuntamento della maturità», sottolineando come spesso rifiutino lavori giudicati troppo umili (come imbianchino, operaio e commesso) «per restare intrappolati in corsi di laurea inutili» (citando tra questi Scienze delle comunicazioni). Insomma, una bella grigliata sociologica in salsa brunettiana che naturalmente non andava bene quando a proporla era l’odiato Padoa Schioppa e che ora offre invece una solida base culturale a Sacconi per sentenziare un «andate a lavorare!» che suona beffardo data la carenza di opportunità occupazionali. Qualcuno dovrebbe spiegare a Sacconi (chiaramente questo è solo un espediente retorico) che i principali responsabili della trasformazione dei cosiddetti giovani in mammole senza cervello dedite al culto del nulla stanno prevalentemente nella sua parte politica. D’altra parte, ai giovani non si può chiedere nient’altro che essere giovani. Un tempo c’era una speciale attenzione per l’educazione, non certo o non soltanto in chiave ideologica. Ma avendo contribuito a demolire scuola e università pubblica e rincretinire le famiglie con l’idolo del benessere facile, l’intera classe politica dovrebbe assumersi la responsabilità di porre le basi per un cambiamento radicale e non certo pretenderlo d’imperio dai giovani. Dopo averli trasformati in consumatori attivi (già dall’infanzia a dire il vero), indottrinati all’effimero e all’edonismo più scellerato, sottratti all’autorità genitoriale e scolastica, strumentalizzati politicamente in età adolescenziale e blanditi per accaparrarsene il favore elettorale, con quale faccia il ministro chicchessia può permettersi di svegliarsi improvvisamente e tuonare contro la presunta immaturità dei giovani o, peggio, contro il loro egoismo?

Alessandro Soddu

1 commento:

  1. Forse bisognerebbe analizzare meglio il tessuto sociale italiano. Nord e Sud sono effettivamente molto diversi. Il 14enne bergamasco abbandona la scuola il prima possibile per andare a lavorare in fabbrica e comprarsi moto, macchina, vestiti... il 14enne sardo abbandona la scuola per andare in ferie. Sto banalmente generalizzando, ma in poche righe vien male cercare di esprimere il concetto (e me ne scuso) che forse forse il 35enne sardo che ancora bivacca all'università perchè "coccolato" dai genitori esiste per davvero.
    Ovviamente sono d'accordissimo sul fatto che non è pensabile che un ministro, ma in realtà l'intera classa politica immodificata ed immodificabile degli ultimi 20, si possa svegliare all'improvviso per blaterare su un argomento fondamentale per la crescita culturale ed economica di un paese.

    Leonardo Bindi

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