martedì 16 giugno 2009

Politica. Come stanno le cose? Male, grazie

«Así son las cosas y así se lo hemos contado» (così stanno le cose e così gliele abbiamo raccontate). In questo modo rituale si concludeva qualche anno fa il telegiornale di una rete spagnola. In Italia le cose non stanno così. Tutto è complotto, trama, eversione. Anche quando è evidente il contrario. Quando Berlusconi cita le quattro pietre dello scandalo - la candidatura delle veline, Noemi Letizia, il caso dell’avv. Mills e la questione dei voli di stato - che starebbero alla base del progetto eversivo della sinistra attraverso il giornale La Repubblica cita in realtà dei dati di fatto, discutibili finché si vuole, ma dei dati di fatto. Solo il suo strapotere mediatico e politico fa sì che se ne possa dare una lettura differente. Perché la questione della volontà di candidare alle europee una torma di soubrettes era da tempo sulle pagine di tutti i giornali, compresi quelli ‘amici’ ed è stata confermata da alcune delle dirette interessate; perché se la frequentazione della ragazzina campana fosse stata solo un’innocente bagattella forse Veronica Lario non avrebbe mandato all’aria il proprio matrimonio; perché una condanna in primo grado per corruzione non è come una “partita di andata” in attesa del “ritorno” (Appello) ed eventualmente della “bella” (Cassazione); perché dalla scalinata dell’aereo di Stato sono scesi Apicella e compagnia e se il metodo Zappadu può essere discutibile il merito sembra davvero inequivocabile, esattamente come lo fu in occasione della trasferta al Gran Premio di Monza di Mastella, Rutelli and friends nel 2007. Su una cosa, invece, occorrerebbe riflettere un po’ di più. Le frequenti boutades del presidente del Consiglio sono spesso oggetto di una ingiustificata amplificazione, che bene si coglie confrontando le riprese audio-video e i resoconti sulla carta stampata. Non che si voglia con questo ridimensionare la gravità di dichiarazioni e atteggiamenti che poco o niente si addicono all’istituzione che rappresenta, ma è evidente in molti casi la sproporzione tra i fatti e la versione che ne viene fornita ad uso polemico. Se l’opposizione (democratica, in senso lato) vuole trovare argomenti seri per convincere il suo elettorato e possibilmente ampliarlo sarà bene che si concentri su elementi concreti, costruendo un programma coerente che magari non vada a pezzi una volta raggiunta faticosamente la plancia di comando. Altrimenti, urlare smodatamente contro le uscite estemporanee di un presidente 'originale' ma pur sempre democraticamente eletto servirà solo ad avvelenare il clima politico generale, alimentando un gioco delle parti che dura da troppi anni e di cui molti vorrebbero francamente disfarsi per entrare in una fase davvero nuova della storia italiana.

Alessandro Soddu

3 commenti:

  1. Oggi son daccordo con te.
    Fin'ora hai fatto gossip.

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  2. Questa non vuole essere una facile difesa d'ufficio, ma "fare gossip" ha un preciso significato e ha ben individuabili praticanti.
    Alessandro Soddu e Dies non fano gossip.

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  3. Rosario La Ciura, il nostro eroe.
    Nel corso degli anni 50 e 60 dell'800, seduto more solito davanti a un tavolino di un bar al centro di Torino il senatore R. La Ciura, insigne e apprezzatissimo professore di Letteratura Greca, si apprestava a leggere i giornali. Il proprietario del bar e i suoi commessi, conoscendo le abitudini del loro insigne frequentatore, avevano predisposto accanto al suo tavolo una larga ciotola posta su di un sostegno. Eh si, perchè il senatore non poteva trattenersi, leggendo i giornali di giorno, dall'espettorare ampie scatarrate alle quali poi non seguivano commenti... il gesto era parlante.
    Oggi non ci sono più sputacchiere accanto ai tavoli del bar e quindi appare difficile poter rinverdire i vecchi fasti della stanca Torino monarchica che ospitava il Parlamento italiano.
    Ciò appare tanto più improbabile in quanto la qualità dei nostri parlamentari non è certo confrontabile a quella esemplata da Tomasi di Lampedusa nel bel racconto "ligheia" di cui Rosario La Ciura è l'indiscusso protagonista.
    Lo scatarro oggi è un gesto gratuito a imitazione di una gran congerie di sportivi, soprattutto in brachette che rincorrono un oggetto sferico (...non mi sovvien il nome del difensore centrale della Roma ribattezzato "il cammello): ha perso, come tante altre cose, il vero senso e la sua intima essenza.
    Ave atque vale
    Marco Rendeli

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