Quante volte abbiamo sentito parlare di ‘era digitale’, intendendo con questa roboante definizione l’apice dello sviluppo tecnologico che avrebbe toccato il mondo, o, meglio il mondo cosiddetto occidentale, che però si serve di cervelli e manodopera di quello ‘orientale’ o ‘terzo’ o ‘in via di sviluppo’. Dettagli. L’era digitale è arrivata e ha cambiato già molte nostre abitudini. Ormai tutto è digitale. La musica è digitale. I documenti sono digitalizzati. Anche la carta igienica sarà forse sostituita dal digitale (il che sarebbe in realtà un inquietante ritorno all’antico). Ma il nuovo corso tecnologico dà il meglio di sé – almeno in Italia – quando si parla di digitale terrestre, che dopo una lunga fase di sperimentazione (guarda un po’) in Sardegna sarebbe pronto ad approdare nelle case di tutti gli italiani. Solo che c’è un piccolo problema. In genere quando si fanno gli esperimenti si giunge ad un risultato e se ne traggono le conseguenze. In questo caso l’esperimento è largamente fallito, tra ricezione difettosa, problemi di sintonizzazione, decoders bidone, telecomandi schizofrenici e complicazioni tecniche varie. Tutti elementi che avrebbero richiesto come minimo un ripensamento unito al risarcimento degli utenti (oltretutto canonizzati, ma non beati) prima di annunciare a colpi di spot l’estensione della nuova ‘piattaforma’ al resto della penisola. Come tutti hanno potuto constatare, la predetta piattaforma fa acqua da tutte le parti insieme alla tanto sbandierata moltiplicazione di canali, al 90% inguardabili, che ha avuto il solo effetto di dare un colpo mortale alle piccole emittenti che almeno contribuivano all’informazione locale (spesso anche di denuncia), dilatando a dismisura il potere mediatico dei due grandi poli televisivi, con quell’odioso condimento di canali criptati e tessere di ogni maniera buone solo a prosciugare le tasche dei poveri teledipendenti. È chiaro che non si può più tornare indietro, né attaccarsi a oltranza alla vecchia questione del satellite e del salvataggio di Rete4. Ma almeno ci risparmino i toni trionfalistici da pedagogia della morte intellettuale. Siamo già abbastanza stupidi da continuare a votare gli stessi avanzi di balera.
Alessandro Soddu
Si doveva piazzare l'ennesimo inutile prodotto. Ci hanno guadagnato i fabbricatori e i distributori di decoder e sperano di guadagnarci i pay channel e i distributori di schede decriptanti. Nulla di nuovo sotto il Sole del consumismo. Ma cambiare è possibile.
RispondiEliminaA patto che lo si voglia.
Aquarius