Un fantasma si aggira per l’Italia, da molto tempo. Quello della superficialità, del cinismo e della prurigine. Ma non è un fantasma tradizionale, perché è più facile immaginarselo in carne e ossa (più carne che ossa), con un filo di bava che cola ai lati della bocca, pronto a cogliere l’odore della violenza e il suo gusto maledetto. La violenza dell’immagine, del gesto e della parola, la potenzialità che diventa potenza e prepotenza, come la quarta una sesta, per venire a urlarti a un millimetro dal naso che devi eccitarti, devi stare costantemente attento a ciò che vedi e senti, senza neanche sforzare troppo la fantasia; fremere sulla poltrona davanti alla tv in attesa di misurarti con l’interattività, con l’opportunità di scegliere: dentro o fuori, vivere o morire. Oppure morire di rabbia e di dolore per la dignità umana violentata dalla bestialità di giovani uomini senza senso, che applicano nella realtà quello che la finzione politico-televisiva suggerisce porgendolo come un vassoio da supplizio tantalico. Ma non è colpa della televisione, non è colpa del benessere occidentale e delle sue illusioni, non è colpa del governo di centrodestra o di quello di centrosinistra. Qualcuno però dovrà pur avercela la colpa, e magari pagare una volta per tutte. Possiamo anche scegliere di non sapere, se è questo il prezzo per non dover provare quotidianamente un senso di nausea di fronte al racconto della realtà e al reality della finzione. È triste vedere grandi e piccole firme del giornalismo indugiare sui particolari più intimi e raccapriccianti della cronaca dei mille stupri, svelando l’osceno meccanismo psicologico per il quale l’orrore si mescola al desiderio di partecipare al banchetto, la consuetudine voyeuristica di osservare da vicino la mattanza al timore di rimanere coinvolti in un incubo analogo. Le pulsioni animali non sono certo una novità di questo secolo e fino a prova contraria garantiranno ancora per un po’ il futuro della specie. Ma l’abisso di immoralità o, peggio, il cinico compiacimento per questa società malata, è lo specchio del fallimento politico e civile di quest’ultimo trentennio italiano. L’highway to hell non passa necessariamente per la Salerno-Reggio Calabria.
Alessandro Soddu
Non c'è dubbio che il giornalismo sia cinico e talvolta anche baro. Non cè dubbio che la tv e il cinema e i giornali e tutto quel che vuoi siano sempre in cerca di eccitazione, ma, ma, lo stupro non è di destra e non è di sinistra, è maschile, lo è da sempre e sempre lo sarà. E l colpa non sarà mai della destra, della sinistra, della tv e dei giornali, ma dei maschi.
RispondiEliminaPerò la colpa dei mass-media c'è, come del resto lascia capire l'eccellente articolo. Dire "la colpa è dei maschi" è un po' troppo sbrigativo, infatti io - e come me, te Mauro e tanti altri - non concepisco nemmeno la possibilità di macchiarmi di simili orribili delitti. La colpa dei mass-media non è diretta, ma subdola; è la colpa di non sapere, ancora, far passare in modo forte e assolutamente inequivocabile il messaggio: "la violenza sessuale è un crimine contro la persona". Non è semplicemente una "colpa" o un "errore", non è roba da "attenuanti generiche". Il profilo del problema è lo stesso della lotta alla pedofilia: educazione morale della società, con mezzi pedagogici e anche coercitivi (non castrazione chimica o altre schifezze di nazista memoria...).
RispondiEliminaFrancesco Obinu
Insisto, secondo me il problema sta a monte e non a valle. Se la colpa fosse dei mass-media lo stupro sarebbe un'invenzione del Novecento. I mass-media ne sono lo specchio non la fonte. Con ciò, che i mass-media siano astutamente equivoci non solo su questo ma su molti argomenti sono d'accordo (subdoli, non so, dovrei riguardarmi i diz e non ne ho voglia, ma subdoli non mi sembrano, mi sembrano lampanti), tuttavia io non mi macchio né di questo né di altri delitti, come il furto e l'omicidio sui quali i mass-media sono altrettanto equivoci, sia relativamente alle informazioni, sia, come accennava Alessandro nel suo "eccellente" articolo, all'atteggiamento morale. La tv e i giornali grondano sangue e violenza e io continuo a non macchiarmi personalmente.
RispondiEliminaC'è un problema forte di educazione morale ma non solo, oserei dire anche estetica, che può anche passare, può, ma non deve necessariamente passare attraverso i mass-media.
Questo principio educativo mediato dai sistemi di comunicazione di massa non mi vede contrario ma non nego che secondo me contiene in sé degli elementi pericolosi e cmq, non posso pretenderlo, (forse solo da una diversa tv di Stato, ma non da tutti i mass-media) e "scaricarmi" così la coscienza. Resto convinto che siano altri i canali attraverso i quali deve passare principalmente la questione educativa e questi canali sono la famiglia e la scuola che abdicano troppo facilmente (soprattutto la prima) al loro compito educativo e usano, usano usano la tv e i mezzi di comunicazione in genere come deresponsabilizzante della loro funzione e come capro espiatorio a babbo morto.