martedì 27 gennaio 2009

Satira. Cappellaccio & Toupet


La data fatidica si sta avvicinando. Fra non molto i Sardi scieglieranno il nuovo presidente della Regione, anzi, il “Governatore”, come ormai da qualche tempo si usa dire.
Questa campagna elettorale ha molto di surreale, ben più di quanto normalmente una campagna elettorale offra da questo punto di vista. Il presidente uscente si ripresenta come candidato di un partito che, in buona parte dei suoi aderenti, lo detesta con tutto il cuore, e di una coalizione che in campo nazionale non esiste più da un bel pezzo.
Poi ci sono loro, l’ineffabile duo: Cappellaccio e Toupet.
Il candidato governatore è il primo, ma la campagna elettorale la fa il secondo. Cappellaccio, del resto, si è ritrovato lì, quasi a sua insaputa, perché lo ha “scelto” Toupet: il centrodestra isolano aveva in mente altri nomi, ben più autorevoli, per la corsa presidenziale, con ciascuno dei quali avrebbe avuto praticamente in tasca la vittoria.
Ma a Toupet non piacciono le cose facili (e soprattutto non gli piace che altri lo affianchino nel prendere le decisioni), così ha puntato sulla sorpresona; d’altra parte come avrebbe potuto, sennò, presentarsi ad una delle ultime uscite con la notizia sensazionale: gli ultimi sondaggi danno Cappellaccio avanti di quattro punti!
Al comizio Cappellaccio sta un passo indietro. Un passo più avanti e trenta centimetri più in basso, Toupet ha già cominciato a torturare i microfoni: ora li piega in avanti, ora all’indietro, verso destra, verso l’alto, verso il basso, verso sinistra, ora li avvicina fra loro, ora li divarica…
Cappellaccio ha un compito fondamentale: deve dire buonasera quando arriva sul palco e, addirittura, buonasera e buon voto quando se ne va.
Al resto pensa Toupet. Il suo esordio è ormai un numero di consolidata affidabilità e successo, con il gran sorriso “no limits” e le pirotecniche frasi di saluto, accompagnate magari immediatamente da battute più o meno spiritose e dalla classica, imperdibile barzelletta di suo conio. Sembra uno di quegli aggeggi che saltano fuori dalle “magic box” quando sollevi il coperchio: boooing!, “Ciao a tutti! Sono molto simpatico e amo la Sardegna!”.
Per rimetterlo nella scatola ci vuole un bel po’ di tempo, perché presto si ricorda di amare più se stesso, “self-made-man” e “show-man”, che la Sardegna o qualunque altra cosa. Infine si accommiata dalla folla adorante e spinge davanti a sé Cappellaccio, che chiude col suo pezzo di bravura. Cala il sipario, si spengono le luci.
Come recita lo slogan del presidente uscente…? Ah sì: meglio la Sardegna!

Francesco Obinu

2 commenti:

  1. Ma non è un toupet.
    I capelli sono suoi

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  2. Ma toupet in francese significa ciuffo e anche altre cose, non per forza parrucchino...
    Aquarius

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