lunedì 11 ottobre 2010

Società&Politica. Il chiodo fisso

Mangiare. Se si tratta di riempire la sacca (dalla più semplice, quella gastrica, alla più sofisticata: il piatto ricco del federalismo alla nordista, il seggiolone della Capitale, il conto clandestino del paradiso fiscale, l'impunità...), si può chiudere un occhio, spesso entrambi, sulle malefatte del compagno di banchetto. I rutti, anche quelli più orridamente vibranti e più flatulenti, non disturbano più di tanto. Se è necessario prendere parte ad un convivio di pingui maiali/scrofe per mangiare di più, lo si fa. L'importante è il risultato.
A mangiare da soli si rischia di restare col malloppo nel gozzo, perché prima o dopo una mano potrebbe battere sulla schiena dell'ingordo solitario a chiedere conto: - buono, eh?
La cricca politica della seconda repubblica, capitanata dall'Uomo dei miracoli, si è fatta furba. I grassi polli della prima repubblica mangiavano, eccome, però lo facevano in modo scoordinato, senza un gioco di squadra, diciamo. Così il potente segretario socialista, agendo in solitaria e quasi in competizione con molti altri degustatori delle sostanze statali e parastatali, aveva fatto il meglio possibile per il suo personalissimo vantaggio, mettendo su una gran bella dispensa. Era stato molto bravo, salvo poi, una volta scoperto, pensare scioccamente di cavarsela affermando che mica era lui il solo a magnare.
Adesso la musica è diversa. Non solo più si è e meglio si sta, ma si invitano tanti altri amici e si sta tutti insieme alla stessa tavola: poi ognuno ordina ciò che preferisce, ovviamente. Così si evita il pericolo che qualche invidioso, lasciato fuori dalla sala da pranzo, faccia andare il boccone di traverso ai pantagruelici.
Finora la tattica ha funzionato molto bene, un po' per tutti (qualche piccolo pesce è stato parzialmente sacrificato, ma si tratta di un costo minimo, assolutamente sopportabile per la Casta). Però ultimamente qualcuno comincia a trovare insopportabile il disgustoso spettacolo delle tante bocche avide. La nausea monta... A quando il grande conato?

Francesco Obinu

2 commenti:

  1. Come cantava Dario Baldambembo "E', l'amico è qualcosa che più ce n'è meglio è".
    Poi venne l'inno di Forza Italia: "e siamo tantissimi"...
    Una mano a la catena

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