lunedì 6 settembre 2010

Politica. Il senso dello Stato

Le commemorazioni ufficiali di un uomo politico, specialmente di governo, prevedono invariabilmente gli stereotipi retorici che un po’ tutti conosciamo.
Anche in occasione della morte di Francesco Cossiga è capitato di sentirli o di leggerli. Tra i tanti, quello forse di maggiore fortuna recita: “Egli era un uomo delle Istituzioni”, o altrimenti: “Egli aveva un forte senso dello Stato”.
Nel caso di Cossiga questo era assolutamente vero. Mi viene però da chiedere quale fosse lo Stato di Cossiga. Era la democratica Comunità regolata dalla libera volontà dei cittadini, o era piuttosto l’insieme degli Apparati, dei centri di potere più o meno visibili che vivono ed operano, in modo spesso torbido, al di fuori e al di sopra della sovranità popolare?
La vicenda politica di Cossiga intersecò l’affare Gladio. Sono costretto ad usare questa forma verbale fantasiosa perché, a fronte delle ricostruzioni, delle verità o mezze verità dette in proposito, in realtà non è proprio chiaro fino a che punto egli fosse coinvolto o quanto veramente sapesse. Sapeva però, e condivideva lo scopo dell’organizzazione segreta, stando alle sue stesse dichiarazioni.
Gladio, forza di intelligence paramilitare messa in piedi fin dall’immediato dopoguerra in accordo tra Washington e i servizi segreti dei paesi europei alleati, addestrò il suo primo nucleo operativo italiano, che si chiamava “Duca”, nella base di Capo Marrargiu.
Il compito delle cellule Gladio era di allestire rapidamente un piano d’intervento per impedire che i socialisti e i comunisti salissero al governo, nel caso in cui avessero vinto le fatidiche elezioni del 18 aprile 1948 (o le successive). Ufficialmente, non si voleva che l’Italia guidata da un governo “rosso” entrasse nell’area di influenza sovietica (ma quest’ipotesi era davvero realistica? L’Italia era direttamente controllata dagli angloamericani).
Io credo che in democrazia nessuno possa arrogarsi il diritto di ribaltare con la forza il responso, quale che sia, di una libera consultazione elettorale. Non sono sicuro che fosse così anche per Cossiga (e per tutti coloro che sapevano di Gladio).
Gladio fu sciolta nel 1990. Tralascio di ricordare le sconvolgenti ipotesi avanzate dalle commissioni parlamentari d’inchiesta sulle stragi e sul terrorismo, che subito presero ad occuparsi della ex organizzazione segreta, collegandone l’attività ad alcuni dei più efferati fatti di sangue e violenza della storia repubblicana. Ma a volte, quando sento parlare di “alto senso dello Stato”, provo una forte inquietudine.

Francesco Obinu

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