Nella concezione neofeudale del potere di Silvio Berlusconi il “popolo” deve costantemente avere fiducia verso il proprio signore ed esprimergli eternamente riconoscenza (innanzitutto con il voto elettorale) per gli atti graziosi che promanano dalla sua persona e dai suoi più stretti collaboratori. Anche quando questi, come Guido Bertolaso, si proclamano fedeli servitori dello Stato, cioè di tutti noi cittadini, di serie A e di serie B. La stortura di questo tipo di dialettica è evidente a tutti. Perché ciò che ha fatto Bertolaso, ad esempio, nell’emergenza rifiuti a Napoli e nel post terremoto in Abruzzo, è esattamente ed esclusivamente il proprio dovere. Un’opera per la quale vi è stato giustamente un apprezzamento unanime, ma niente di più che possa autorizzarne la santificazione in vita e per cui i cittadini “debbano”, a lui o a chicchessia, qualcosa di supplementare. Men che meno garantirgli l’immunità e l’impunità rispetto ad eventuali reati, che tuttavia spetta alla magistratura e solo alla magistratura accertare. Non ha pertanto alcun senso gridare preventivamente alla vergogna (con la “o” aperta), uno dei tormentoni berlusconiani di fronte al presunto accanimento dei giudici. Ancora una volta la fanno da padrone le intercettazioni, rivelatrici di corruzione e gratificazioni sessuali, argomenti che toccano proprio la vergogna e il pudore, due sentimenti che in Italia sono andati a puttane da un bel pezzo. Al netto delle inevitabili strumentalizzazioni da parte di entrambi gli schieramenti politici, sarebbe interessante capire cosa sia davvero successo e possibilmente non assistere alla replica della penosa vicenda di Ottaviano Del Turco. E però in un Paese dove lo sconcio nelle opere pubbliche è sotto gli occhi di tutti e dove tutti sono buoni ad indignarsi qualcuno dovrà o dovrebbe pur essere responsabile. Certo, minare la credibilità di uno dei settori, quello della protezione civile, il cui operato nell’emergenza riesce a mostrare il lato più virtuoso e generoso degli italiani, sarebbe esiziale. Bertolaso lo sa bene ed è parso sinceramente addolorato nelle prolungate interviste subito rilasciate. Questo per il momento gli fa onore. Uscirne completamente pulito passa solo per le sue parole davanti al magistrato. Sulle paventate riforme del comparto che dirige ci sarà invece tutto il tempo di discutere. O forse no.
Alessandro Soddu
La stranezza è che un uomo possa andare in un paese distrutto da un terremoto e dire che la situazione è patetica... La Maddalena, l'Aquila... ho seri dubbi sull'emergenza rifiuti... mi immagino come queste persone potranno gestire la costruzione delle centrali nucleari. Ma basta un ottimo consulente d'immagine e tutto si dimentica.
RispondiEliminaCome dice un mio caro amico: "le cose che non ricordo, non sono mai accadute".
Leonardo
(ANSA) - ROMA, 24 GEN - La situazione dei soccorsi alle popolazioni di Haiti e' 'patetica'. Cosi' commenta Bertolaso i risultati degli aiuti americani nell'isola.Una situazione, sottolinea il capo della Protezione civile, che ''si sarebbe potuta gestire molto meglio''. La grande ''ed encomiabile'' macchina dei soccorsi americana non sta ottenendo i risultati sperati perche' ci sono ''troppe stellette''. Quanto al contributo italiano, Bertolaso assicura: ''I nostri saranno interventi ''semplici, utili, efficaci''.