Da anni, soprattutto dall’11 settembre 2001 in poi, siamo assillati dal cosiddetto “scontro di civiltà”, la contrapposizione cioè tra Occidente e Oriente, tra Democrazia e Autoritarismo, tra mondo cristiano e mondo mussulmano, sostituti a tutti gli effetti del vecchio conflitto da guerra fredda tra blocco occidentale e blocco sovietico, capitalismo e comunismo, secondo un’irrinunciabile visione manichea che ha corrisposto molto più spesso alla propaganda per il mantenimento del potere che ad una effettiva realizzazione del “bene” di una delle due parti, fatti salvi iniquità e fallimento dei sistemi politici oltrecortina. Soffermarsi sulle contraddizioni di tutti questi versus sarebbe esercizio inutile, date le qualificate analisi che gli specialisti vi hanno riservato e continuano a riservare. Più interessante è forse vederne la recente applicazione in Italia, dove grazie al populismo leghista e alla “nuova politica” berlusconiana il fenomeno corre su un doppio binario, quello attuale dell’odio verso l’immigrazione (clandestina o meno) di matrice islamica (con una singolare appendice, mai del tutto recisa, antimeridionalista) e quello anacronistico della crociata anticomunista. Al di là delle radici dei due partiti politici più importanti degli ultimi quindici anni – Lega e Forza Italia –, che sarebbe riduttivo ricondurre all’egoismo nordista e all’autoconservazione di Berlusconi, è evidente che tale impostazione ideologica ha avuto quale conseguenza non tanto il contenimento di fenomeni di portata mondiale (l’immigrazione) di cui il ricco occidente/nord ha comunque bisogno, né tanto meno il sovvertimento di inesistenti regimi comunisti o l’arresto di generici pericoli rossi, quanto sicuramente – ed è questo il suo vero portato culturale – la feroce contrapposizione tra due non meglio precisate “polarità”, il Centrodestra e il Centrosinistra, che hanno (volontariamente o loro malgrado) nell’odio dell’avversario politico il cuore del proprio programma. Con-Berlusconi o Contro-Berlusconi dovrebbero più semplicemente chiamarsi i due schieramenti, nonostante le mille sfumature, più elettoralistico-clientelari che di programma, da una parte e dall’altra. L’inasprimento del confronto, con la rinuncia definitiva al politicamente corretto, ha dato vita a qualcosa di meno nobile di uno scontro di civiltà ma certamente di più tangibile, quasi una guerra civile senza l’uso di armi da fuoco. La consolidata divisione della posta elettorale in termini numerici ha sancito una divaricazione che ricorda quella tra monarchici e repubblicani, sottolineando l’esistenza di due Italie non geograficamente ma culturalmente distinte tra chi ha abbracciato il carisma di uno a prescindere da tutto il resto e chi, innanzitutto disprezzando quell’uno, vuole credere in un’altra possibile via alla democrazia. Quale che sia l’esito di questo scontro è evidente che dall’Italia non può venire alcun contributo alla soluzione del più globale confronto tra un Di qua e un Di là. Con un terzo del territorio nazionale sotto il controllo della criminalità organizzata, una classe politica in gran parte corrotta e collusa con il malaffare e una diffusa e trasversale propensione all’egoismo come antidoto allo Stato (cioè al bene comune), non si vede come da questo Paese, ora anche saldamente in testa nella classifica del pessimo gusto, possa venire un qualche contributo alla diffusione della democrazia nel mondo. Ciò che di buono esporta l’Italia, oggi come ieri, è solo il genio individuale e comunque le qualità dei singoli. D’Azeglio e compagni faranno bene a riporre le candeline per il 150° e accontentarsi di un caffé con Bonolis e Laurenti.
Alessandro Soddu
Dici bene. Lo scontro di civiltà sottintende logiche di dominio che sono vecchie quanto l'Umanità (da Atene e Persia fino a USA e URSS), e democrazia, libertà, diritti civili, progresso ecc. sono soltanto un mucchio di balle che l'aggressore sventola sotto il naso dell'opinione pubblica mondiale affinché questa gli dica: - Hai ragione, picchia il "cattivo"!.
RispondiEliminaDici bene anche quando riconduci lo scontro politico italiano alla battaglia tra due nomi, nel rispetto di una personalizzazione della politica partitica che è sempre più funzionale all'interesse particolare e privato e sempre meno a quello pubblico.
Invece: se il sistema politico-sociale oltre-cortina è fallito, siamo proprio sicuri che quello da quest'altra parte funzioni?
Aquarius
Contro Berlusconi:
RispondiElimina- scudo fiscale;
- depenalizzazione del falso in bilancio;
- impoverimento della scuola;
- condoni fiscali;
- lodo Alfano;
- ecc.
Non si tratta di dire "contro Berlusconi", ma di condannare un modello certamente che vuole annientare la ricerca di se stessi.
Pongo una domanda: per una 14enne è più semplice volere essere velina o laureata in lettere antiche? Per un 14enne è più semplice volere essere tronista o laureato in giurisprudenza?
Scusate, dovevo porre una sola domanda...
Essere contro Berlusconi significa essere contro l'idea di un sistema (condizionato) che non accetta l'Io (volendo ricondurre tutto ad un concetto economico: Adam Smith - "la mano invisibile". Paradossalmente è l'idea di un sistema comunista: tutti uguali, alcuna disugaglianza.
Leonardo Bindi
PS: Berlusconi, in cuor suo, sarà mica comunista?
RispondiEliminaSempre Leonardo Bindi
Caro Aquarius, tutto bene, ma la domanda finale suona un po' come quella di Gianni Minà in risposta alle domande sulla pena di morte a Cuba. Il fallimento dei regimi oltrecortina è fuori discussione. I nostri hanno mille difetti, ma almeno, finora, possiamo permetterci di criticarli.
RispondiEliminaCaro Leonardo, Silvio Berlusconi è per la più totale uguaglianza. L'unico problema è che lui vuole essere più uguale di tutti. Cribbio!
Alessandro Soddu
Caro Alessandro, credi che sia sufficiente poter criticare per essere liberi?
RispondiEliminaMentre noi critichiamo, il livello fecale del Paese continua a montare e fra non molto non potremo aprire neanche più la bocca...
Il fallimento del sistema oltre cortina è fuori discussione.
Il fallimento del sistema basato sulla disuguaglianza (il nostro), nessuno vuole nemmeno metterlo in discussione.
Viva la libertà...
Aquarius