2 luglio 2009: il Parlamento della Repubblica italiana approva il “pacchetto sicurezza”, mirato esplicitamente a colpire l’immigrazione.
Contiene norme che hanno un comune denominatore, quello della repressione. La Lega Nord ha voluto con forza e ottenuto l’introduzione del “reato di clandestinità”: i “clandestini” non saranno subito rimpatriati, ma potranno essere incarcerati e poi, solo dopo aver scontato la pena, espulsi.
La nuova legge prevede anche l’istituzione delle cosiddette “ronde”. Per “la sicurezza dei cittadini”, naturalmente. In uno Stato civile ed evoluto la sicurezza dei cittadini dovrebbe essere garantita dalle forze dell’ordine, ma il Governo in carica, dopo aver tralasciato di rinforzare l’organico della Polizia di Stato per assecondare le pulsioni militariste del ministro della Difesa, adesso acconsente all’altra brama leghista per le squadre di vigilanti. Immagino che quelli del Carroccio si siano sentiti, almeno in parte, ripagati del dispiacere per la mancata realizzazione di un loro vecchio sogno: la “Guardia Padana” delle “camicie verdi”.
Il partito di Bossi, Maroni e Calderoli è senza dubbio il più convinto ispiratore e sostenitore di questo “pacchetto”, ma il resto della maggioranza – compresi coloro che avevano manifestato perplessità sulla opportunità di vararlo – ne sono responsabili in egual misura. Se poi poteva esistere qualche dubbio in merito, le parole di Gasparri, in occasione del voto alla Camera, hanno fatto chiarezza: secondo l’esponente del PDL il “pacchetto giustizia” è un provvedimento che tutta la maggioranza ha approvato “con orgoglio e con gioia”. Non si tratta semplicemente della Lega, ma della Destra.
Le norme per la regolamentazione dell’immigrazione e l’individuazione degli elementi “indesiderabili” e pericolosi, al fine della loro espulsione, c’erano già. Ma alla Destra ciò non bastava: la “sicurezza dei cittadini” è soltanto il pretesto che le serve per coprire il suo vero intento, che è quello di impedire agli “stranieri” l’ingresso in Italia.
Questo dimostra tutta l’inadeguatezza culturale della Destra a governare uno Stato moderno: di là dai nostri confini non ci sono altri uomini e donne, ma non-italiani, altro-da-noi. La Destra è per l’esclusione, per le frontiere, per le vecchie bandiere che ondeggiano al vento fra le note degli inni nazionali. La Destra si compiace delle tronfie parate militari e dei muri che separano i popoli (così come normalmente sostiene le barriere che discriminano fra i cittadini: obbedienti/contestatori, cattolici/acattolici, sposati/conviventi, eterosessuali/omosessuali, …).
Nella miscela “Italiano-Occidentale-Cristiano” hanno versato i loro ingredienti i nazionalisti di missina e fascista memoria, i leghisti xenofobi e i cattolici conservatori, che dopo la fine della DC sono accorsi, in gran parte, ad ingrossare il partito berlusconiano.
Una quota pesante di responsabilità in merito all’approvazione della legge grava proprio sulle spalle del mondo cattolico, al cui interno, evidentemente, gli ambienti conservatori (quando non proprio retrivi) dettano la linea da seguire.
Sempre pronto a mettersi di traverso con implacabile determinazione, ogniqualvolta si tratti di osteggiare l’iter parlamentare di disegni di legge di avanzata dimensione civile (utilizzo delle cellule staminali, procreazione assistita, diritto a rifiutare il mantenimento artificiale in vita), il mondo cattolico non è stato altrettanto compatto e deciso contro una legge a dir poco disumana (e la pur apprezzabile, quanto solitaria nella Chiesa, protesta del Pontificio Consiglio dei Migranti non ha avuto alcuna incisività).
Tutto questo fà della Destra una forza politica ferma a duecento anni fa. Il suo modo di affrontare i problemi sociali non si discosta, nella sostanza, da quello dell’autoritaria monarchia sardo-piemontese. Nessuna concreta propensione all'accoglienza e all'integrazione.
Chi si riempie la bocca tutti i giorni della parola “libertà”, alla prova dei fatti non è capace di improntare su di essa la propria azione politica.
È difficile farlo, del resto, quando si respingono i valori del socialismo e dell’internazionalismo.
Francesco Obinu
Altro che "camicie verdi", qui ci vuole il "camice verde" e la resezione delle palle.
RispondiEliminaA proposito del "nostro Presidente", nonostante tutto continuano a fidarsi e a farsi rappresentare quasi la metà degli italiani e non solo, si fida anche buona parte della politica internazionale, il bello è che l'altra metà non è costituita da gente che si fida della "sinistra". Il problema del PD, mi consenta, è costruire sul nulla e dal nulla non può che nascere un partito privo di un'idea, di una politica e di una strategia giusta o sbagliata che sia. Negare la realtà, anzichè partire da essa,è sempre un grave errore, perchè solo riconoscendola si può cercare seriamente di cambiarla. Michele Zanche
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda lei ha perfettamente ragione: spero che qualcuno degli iscritti o degli elettori del PD voglia dire la sua al proposito.
RispondiEliminaF. O.
Quindi il pd è affidabile.Ma i giornali di oggi li avete letti? Paura?
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