La grande mole degli elettori si trova tra il camaleontico carro della politica e quello sempre più camaleontico degli analisti della politica. Sorvoliamo un attimo sui carnascialeschi carri che sfilano nelle ultime settimane in Sardegna e soffermiamoci su chi deve votare. Allora:
1) quelli di destra (di destra?): quelli di destra voteranno Cappellacci. Chi? Ma sì, Cappellacci, quello… sì, dai…lo sai… quello che ha fatto… vabbè, sempre meglio di Soru!
2) quelli indipendentistzi (nanneddu meu, nanneddu meu): quelli indipendentistzi, siccome chereno una natzione come cussa di Scozia, voteranno o Irs o PSd’Az o Unidade . Ma solo se riusciranno a capire la differenza tra i tre partiti e soprattutto se le schede elettorali saranno scritte in sa limba de sa patria sarda, gaz!
3) quelli di sinistra: quelli di sinistra PD (ebbene sì, esiste una sinistra PD!): quelli di sinistra PD - di sicuro - non voteranno Soru, così impara! E quando a governare sarà la destra, noidelpartitodemocratico sapremo fare una bella opposizione;
4) quelli di sinistra PRC (ebbene sì, esiste ancora una sinistra PRC!): quelli di sinistra PRC sono rimasti in 76 (li ho contati personalmente) e ognuno voterà un candidato diverso.
5) quelli di sinistra pro Soru (la soristra): quelli di sinistra pro Soru voteranno Soru. Perché è sardo. Perché è un genio laureato alla Bocconi, mica uno scemo! E poi Tiscali, dove la mettiamo? E il salvacoste? Meglio Soru, meglio Soru.
Insomma, a decidere sarà una maggioranza apolitica, disinformata, acritica, superficiale. Non sarebbe il caso di partire da questo dato ? Alla base del voto, richiamando alla mente la Rivoluzione americana del Settecento, io propongo di sancire – tacitamente – un nuovo principio: no representation without information.
Denise Pisanu
Che saggie parole.
RispondiEliminaFare informazione con calma e passione è quasi sinonimo di fare educazione. L'obiettivo è quello di costruire un sistema capace di presentare i dati e le corrette informazioni.
Prendiamo come esempio un termine dagli industriali: come si compone la filiera dell'informazione?
In sintesi ovviamente: la scuola, a tutti i livelli,la televisione, i giornali, la rete internet, la piazza.
Fare informazione sulla filiera dell'informazione offre già una visione della politica, cioè di cura della vita sociale ed economica della polis.
Ma chi oggi ha ancora voglia di fare questo?
Partiamo dai fondamentali: chi offre il servizio? Quello della scuola, della televisione, della rete, della piazza.
Non occorre uno schieramento preciso per farsi un idea del panorama desolante, e del rapporto causa effetto sul controllo dei mezzi o di quasi tutta la filiera dell'informazione.
Quello che manca è il vecchio e caro buon senso delle cose.
Senza troppe rivoluzioni e vendette.
La maggioranza politica... meglio direi gli elettori, sono nella quasi totalità dei casi apolitici, disinformati, acritici, superficiali. Fa più notizia il mandato della Carfagna ed il modo presunto in cui lo ha ottenuto, oppure le Hogan del premier e del loro psuedo-malizioso-comunista-aiutino alla sua altezza, oppure se Cappellacci (Cappellacci chi?) è il figlio del commercialista di Berlusconi, oppure... oppure... oppure... oppure in fin dei conti ci interessa semplicemente la botte piena e la moglie ubriaca... ... ...tutti noi, o quasi, abbiamo il vecchio e caro buon senso delle cose, ma chi ha voglia di parlare di P.I.L., sanità, istruzione, povertà nel mondo, se stasera c'è il Grande Fratello? Chissà, magari ci troverò anche Capellacci!!!
RispondiEliminaIn genere a scagliarsi contro l'ignoranza della maggioranza è quella minoranza che perde le elezioni.
RispondiEliminaE' solo la constatazione della realtà.
RispondiEliminaLeggasi, ahimè, le molteplice trasmissioni appena andate in onda sul caso Eluana... informazione o mercificazione della morte?
Share o approfondimento?
E se sono apolitici, disinformati - o forse male informati -, acritici superficiali e quant'altro si voglia dire di loro, nella nostra realtà i "fighi" guardano grande fratello, gli sfigati guardano Matrix.
RispondiEliminaEppoi vuoi mettere quei comunisti con la faccia triste da primo della classe che non parlano altro che di tasse e che al “grande fratello” non andrebbero mai, con quelli con la faccia furbetta e il sorriso alla vaselina (serve per far scivolare meglio le labbra sui denti) e che non parlano d’altro se non che ci sono troppe tasse e per questo sarebbe lecito diventare evasori, che del "grande fratello" e trasmissioni simili hanno fatto il loro cavallo di battaglia?
Visibilità e simpatia prima di tutto, anche a costo di diventare antipatici.
Tzilippu
Saluti a tutti i Dies e salute cada die.
RispondiEliminaOsservazione
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