giovedì 26 novembre 2009

Politica. La marcia dei pinguini




Fra le pagine nazionali di “E Polis” leggo sempre con interesse gli editoriali di Angelo Mellone, per l’incisività e la sfacciata posizione filogovernativa nel contesto di un giornale che dà certamente ospitalità a tutte le voci, al punto da apparire dissonante. Il gusto di Mellone è soprattutto quello di ricordare agli sconfitti, il centrosinistra, il perché della propria inefficienza politica ed elettorale e, nel converso, di esaltare il carattere vincente e la compattezza del centrodestra, per merito soprattutto di Silvio Berlusconi. Si tratta di una lettura che fotografa puntualmente l’aspetto esteriore e numerico della coalizione al potere, che si regge, come lo stesso Mellone ammette, sulla chiave di volta berlusconiana. Tuttavia, se è risibile il fatto che gli avversari ne auspichino vanamente la caduta da molti anni, questo non significa che l’edificio sia indistruttibile. È evidentemente solo una questione di tempo. Messi da parte visionari e veggenti, ciò che importa sarà allora vedere cosa questo quindicennio abbia realmente lasciato e costruito. Pensare solo ad un Berlusconi “vincente” su tutta la linea è infatti inutile quanto mistificatorio. Significa confondere i successi del governo e del suo leader con quelli del Milan, di Mediaset e delle mille attività imprenditoriali nelle quali il Cavaliere è stato indubbiamente ineguagliabile per lungimiranza e bravura. Ma la politica e i suoi risultati sono altra cosa. Aver illuso (anche in buona fede) gli italiani e continuare a infondere ottimismo, soprattutto sul fronte dei consumi, non si è tradotto in un reale salto di qualità o di quantità. Quel che è incredibile è che la maggior parte degli italiani non se ne sia accorta o non riesca ad accorgersene, spinta da una folle corsa al rilancio di cui è specchio fedele la febbre di lotterie e giochi d’azzardo di ogni tipo, in cui non è importante perdere, ma credere di poter vincere. In questo Berlusconi può dire di avere non vinto, ma stravinto. Resta da vedere chi e come dovrà prendersi cura, passata la sbornia (e la relativa depressione), di quanti hanno scommesso su un modo di fare e su un mondo davvero troppo bello per essere vero.



Alessandro Soddu

1 commento:

  1. Aggiungo all'analisi, che quell'illusione di viver bene nella speranza di vincere una lotteria (una, non importa quale: superenalotto, gratta e vinci, lavoro a tempo determinato...), viene creata da quindici anni a questa parte per impedire che la gente, tutta, anche la più berlusconiana, si renda conto che l'attuale presidente del Consiglio non governa nell'interesse pubblico...

    Francesco Obinu

    RispondiElimina