sabato 11 luglio 2009

Satira. Pino e gli anticorpi: finalmente un twist senza gambali

Negli anni ’70 e ’80 Benito Urgu faceva ridere imitando i pastori sardi.
Negli anni ’90 Giuseppe Masia faceva ridere imitando Benito Urgu.
Negli anni ’90 e Duemila i 448 facevano un po’ ridere imitando Benito Urgu e Giuseppe Masia.
Negli anni ’90 e Duemila Aldo, Giovanni e Giacomo facevano ridere imitando i pastori sardi, ma in un modo nuovo.
Negli anni ’90 e Duemila i Tressardi facevano ridere imitando i pastori sardi, in un modo parzialmente nuovo.
Negli anni Duemila Cristian Cocco e i Tenorenis non fanno ridere imitando un po’ i 448, i Tressardi e Aldo, Giovanni e Giacomo.
Negli anni Duemila, mentre Nino Frassica e Piero Chiambretti invitano nelle loro trasmissioni Benito Urgu che imita sé stesso (quello degli anni ’70 e ’80), Pino e gli anticorpi fanno ridere senza imitare i pastori sardi. La loro è una comicità universale e, quando “etnica”, metropolitana. Era ora.

Alessandro Soddu

1 commento:

  1. La satira non piace ai sardi. Siamo decisamente poco abituati a vedere i nostri difetti e affrontarli con la dovuta autoironia.
    I sardi sono permalosi e poco abituati a ridere di se stessi. Certo questo è un difetto e un limite, almeno credo. Questo impedisce a loro stessi di vedere i propri difetti, e quindi di correggerli, e a volte a sopravalutare i propri pregi.
    Il problema, quasi a livello dell’enigma centrale del Nome della Rosa, i Sardi hanno mai riso nella loro storia?

    Non mi occupo direttamente del tema, ma lancio una piccola modesta considerazione. Le prime sintesi sul periodo medievale, scritte dopo l'unità d'Italia, ma sopratutto dopo il passaggio/annessione dell'unità geografica della Sardegna al Piemonte, con la cessione del titolo regio Sardo alla casa Savoia, miravano descrivere i fatti del medioevo con l’obbiettivo di dimostrare come il lungo periodo Aragonese e Spagnolo fosse il vero responsabile della cronica povertà dell'Isola. La povertà era evidente se paragonata al ricco Piemonte, o alla nobile Lombardia, o alla ancor più ricca e nobile Toscana. Era necessario trovare un colpevole in modo da attirare la benevolenza e il consenso sul nuovo stato, e sui diversi funzionari mandati dai Savoia.
    Eppure, oggi, chi direbbe che la Spagna è, o sia stata un paese triste.
    E chi si sognerebbe di definire Barcellona una città triste e depressa.

    Ma allora da chi abbiamo preso questo carattere?
    Dai Bizantini (tristi), dai Romani (ma come dopo i Cesaroni...), dai Pisani (meglio un morto in casa che un pisano sull'uscio... Dio ti ascolti), dai Genovesi (Gasmann, Grillo, Villaggio etc)

    Mi sa dai Piemontesi....

    Franco G.R. Campus

    Franco G.R. Campus

    RispondiElimina