martedì 23 giugno 2009

Società. Il senso dell'amicizia


Al termine dell’incontro con il presidente Barack Obama a Washington, Berlusconi, ancora nelle stanze della Casa Bianca, ha dichiarato tutta la sua soddisfazione per lo stato dei rapporti tra USA e Italia, auspicando che all’amicizia tra i due paesi si aggiunga presto un più stretto legame personale tra lui ed Obama («sarei molto contento di potermi augurare un rapporto personale amichevole e diretto con Obama», ha detto Berlusconi). Un ennesimo manifesto della visione della politica del nostro presidente del Consiglio, intrisa di ‘familiarità’, tradotta in corporalità, gestualità e simpatia a pelle (quella che lui stesso ha ribattezzato «politica del cucù»). Non è solo un modo per conquistare l’interlocutore secondo una strategia da marketing che gli ha permesso qualche giorno addietro di definire con disinvoltura Gheddafi «un buon cliente» (ma d’altra parte, Forza Italia non è forse figlia di Publitalia?). Quella di Berlusconi è piuttosto una vocazione feudale del potere, interamente basato sulla fiducia e fedeltà personale, verso l’alto e verso il basso. Un sentimento di appartenenza a una stessa ‘grande famiglia’ cementato da comuni valori di riferimento, costantemente rinegoziabili. È per questo che Berlusconi soffre l’etichetta e l’asetticità di relazioni istituzionali che prevedano una distanza formale, concepita come un freno alla sua esuberante creatività politica. In fin dei conti questa visione delle cose riflette meccanismi molto comuni che sperimentiamo nel quotidiano contatto con le istituzioni. Da sempre, infatti, è l’approccio ‘personale’ nei rapporti con la pubblica amministrazione (a tutti i livelli) a consentire di risolvere le situazioni più complesse, rivelando l’impossibilità di avere soddisfazione dei propri diritti (un certificato, una licenza, un decreto) o accesso a opportunità di guadagno (appalti, assunzioni) se non ricorrendo ad un amicus (di partito e/o personale). E nelle ultime elezioni regionali in Sardegna più volte è stata evocata l’importanza di avere alla guida della giunta un presidente ‘amico’ del governo (il risultato è stato in questo senso un trionfo) per garantire il rilancio economico di un intero territorio. Un’amicizia talmente stretta e vincolante da diventare imbarazzante. Le liaisons dangereuses non passano necessariamente per una camera da letto.

Alessandro Soddu

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